retour sur soi

Ahhh…che meraviglia l’inverno!
Alzarsi prima per togliere il ghiaccio dalla macchina, il naso rosso dietro la mascherina, le mani coi geloni e i piedi freddi.
Una stagione fantastica!

Fortuna la meraviglia dei colori a ritemprarmi l’anima, altrimenti avrei come unica ambizione il letargo.

Colori che si possono ammirare qui da me in campagna ma soprattutto a zonzo per il bosco dove, da quando abbiamo le scarpe adatte, andiamo sempre volentieri.

Non so come ve la passiate voi ma posso dire con certezza che io sono in un periodo in cui ne ho le tasche piene del mondo e dei suoi abitanti.

La quotidiana ossessione per il virus mi logora e non posso che cercare vie di fuga alla mia portata.

Piccole ma salvifiche proiezioni di me in un futuro vicino e confortevole.

Studio le esigenze di piante e fiori da impiantare la prossima primavera, preparo itinerari brevi per gitarelle all’insegna dell’arte, mi metto di buzzo buono per portare avanti la lettura di grandi classici e metto alla prova le mie abilità manuali su progetti gradualmente più ambiziosi.

Abito per gran parte del tempo un mondo interiore dove posso permettermi di lasciare il cuore a briglia sciolta e sentirmi ugualmente al sicuro.

“E’ una fase” mi dico, non so quanto durerà ma ho intenzione di sfruttarla al meglio.

Ma comunque, visto che per forza di cose mi tocca anche abitare il mondo di tutti, finisce che le giornate non bastano mai e la sera cado in profondissimi sonni che si ingoiano le ultime ore buone.

Forse la mia vita ha bisogno di più caffeina o forse è quell’anno in più che mi si è appiccicato addosso e che mi porterà dritta dritta al mezzo secolo.

Se non mi ammazzo di panettone of course 😉

Buon Dicembre a tutti!

“Macerata è diversa da tante altre belle e antiche città italiane. Ha qualcosa in più: aiuta a pensare. Lungo le sue strade strette e difficili, quasi tutte in salita, si respira una buona aria culturale. Costretti a camminare i cittadini di Macerata non possono mandare in vacanza il cervello come avviene a chi deve fare i conti solo coi pedali del freno e della frizione.” Candido Bonvicini

Sono ormai lontani nel tempo i luoghi di queste foto, perchè in questa estate da girovaghi, decine di piazze sono passate sotto le nostre scarpe e non so quanti bei quadri davanti agli occhi.

Ero partita dall’idea di fare tutto per bene, ovviamente: ogni città un post, ogni post una trentina di foto scelte e ogni foto i suoi riferimenti…ma poi come al solito è andato tutto in vacca e nemmeno me ne stupisco.

Ho centinaia e centinaia di foto da spulciare (ma perchè ne faccio così tante mi chiedo ogni volta che metto mano alla scheda di memoria), depliant mescolati, biglietti di ingresso, appunti fuori tema e quindi suppongo che finirò per mettere a frutto il mio dono della sintesi in un post consuntivo e bon, diciamo pure addio alla carriera da blogger di viaggio!

Non so se ve ne siete accorti ma l’estate è finita anche quest’anno.

Qui la sveglia ha ripreso a suonare inarrestabile alle 6.40.
Attilio è rientrato al liceo mentre la matura e patentata principessa macina colloqui di lavoro.

Io riemergo pittosto claudicante da questi mesi senza pioggia in cui ho sperimentato le più alte vette di reazione allergica a tutti i pollini esistenti nel creato.

Rinite, asma, eruzioni cutanee e per ultimo una congiuntivite cattivissima contro cui ancora combatto.

E proprio giacendo inerme, con la pezzuola bagnata sugli occhi, pensavo a D’Annunzio che nelle mie stesse condizioni compose il Notturno utilizzando lunghe strisce di carta che gli consentivano di scrivere servendosi del solo tatto, mentre io più in là dell’ammorbare tutti  coi miei discorsi di noia e malinconie non ho saputo arrivare.

Ma utilissime mi sono state le migliaia di foto mentali scattate negli ultimi mesi perchè non c’è niente di più appagante dell’avere il tempo necessario per fermarsi a ripensare e a riflettere sulle cose belle che si sono viste e che sono intrise di storia, umanità e spesso mistero.

Ora che è praticamente terminata ripenso con grande nostalgia a questa lunga estate, inquieta e malata, che però mi ha concesso di fare tutte le cose che più mi piacciono.

E si tratta di cose così semplici e poco ambiziose che il più delle volte me ne vergogno ma a guardare bene, sono quelle il cui ricordo mi rasserena quando me ne sto involontariamente cieca e immobile.

Come avrete capito dal lungo titolo le immagini di questo post si riferiscono a Macerata che a fronte della conclusione del nostro giro capillare delle Marche (iniziato più o meno vent’anni fa) svetta in cima alla classifica delle città più belle.

Ovviamente i criteri di valutazione sono miei personali e si basano su offerta turistica e museale, cibo, persone, odori e molte altre cose che mi rendono un luogo caro.

Macerata è una città ricchissima di quegli elementi che presi uno per volta regalano belle sensazioni, poi mescolandoli tutti insieme danno vita all’alchimia dell’innamoramento.

Certo…’ste piagge tutte in salita a chi non è abituato un po’ lo prosciugano, però quante meraviglie !

Ho trovato meraviglioso persino il Museo della Carrozza (oggetto a cui credevo di non essere minimamente interessata) che vanta un allestimento ultramoderno con un percorso godibilissimo e interessante.

Insomma, se passate dalle Marche non dimenticate assolutamente di fare una tappa a Macerata!

Per il resto ammetto che attendo con ansia un cambiamento meteo che mi sollevi dalle fatiche delle allergie (e anche da quella di dare acqua ad orto e piante ogni sacrosanto giorno).

Ringrazio lo Stato Italiano per avermi ridato il cinema e Victor Hugo per aver scritto I miserabili.

E infine auspico la venuta di tempi migliori.

Buon rientro a tutti !