azimut

La mia casa in inverno è come me.
Un entità in attesa.

Seccume, vuoti, trascuratezze e quell’assenza di verde che la depriva del suo significato.

Fortunatamente è stato un inverno di sole  (anche se a dire il vero non si è scherzato nemmeno col ghiaccio !) che per me è una sorta di farmaco salvavita.

A volte basta che ci sia la luce giusta sulle cose per riportarmi a ciò che sono.

Probabilmente nella mia testa c’è un qualche congegno che funziona ad energia solare.

Mi basta gironzolare per il giardino e pregustarmi la primavera imminente per sentirmi felice.

In serra nel primo pomeriggio si toccano quasi quotidianamente i trentacinque gradi e questo ne fa il luogo ideale dove andarsi a scaldare le ossa.

La cosa buffa è che per quanto io ricerchi una solitudine assoluta e perfetta, non c’è nulla che possa impedire al mio popolo felino di raggiungermi.

E’ sufficiente che mi accucci in un qualsiasi angolo di giardino, fingendomi foglia caduta o pianta silenziosa per veder comparire gatti  da ogni direzione.

I più audaci si avvicinano, gli altri si posizionano in punti strategici e ci scrutano con finta indifferenza.

Suppongo sia questo loro reticolo di sguardi ed energie a reggere il mondo e non c’è giorno che io non sia grata al destino per avermi portata in questo posto così incredibilemente gatto !

Altra scorpacciata di energia me la regalano i primi intrepidi fiori che han fatto capolino qua e là.

Le viole la mattina son praticamente surgelate eppure resistono e profumano anche.

Tra i miei troppi progetti2020 c’è quello di impostare un giardino invernale così che il prossimo anno ci sia una desolazione più contenuta.

Qualche crisantemo, un po’ di ciclamini…sono fiori che non amo particolarmente ma penso sia arrivato il momento per iniziare a farlo.

Dentro casa comunque finisco col cercare le stesse cose che cerco fuori.

Fiori e gatti.

Il mio povero Cogny ( Incognito I ) vive una convalescenza a dir poco regale dopo una disavventura che lo ha visto tornare ferito, spaventato e carico di una puzza immonda alla quale non riusciamo a trovare un rimedio efficace.

Supponiamo sia rimasto chiuso in qualche capanno di contadini ma non riusciamo a spiegarci la provenienza di questo odore stranissimo che ci ha portato in casa.

Gli ho ceduto la mia poltrona-trono pensando si trattasse di una ripresa veloce, invece sembra gli piaccia un sacco giocare al tiranno!

La pietà comunque non mi impedisce di cacciarlo quando la sera è ora di metter mano al telaio.

La mia Alice prende vita giorno dopo giorno, anche se a casa nessuno sembra riuscire ad identificare le figure che fanno capolino sullo sfondo.

– Cosa ti sembra ?- domando io speranzosa a chiunque mi capiti a tiro
– Mmmmmmm ?? …è un frutto ??-
– Ma come un frutto ?! Ma per quale assurdo motivo ti sembra un frutto quando si tratta di un meraviglioso pappagallo ?!!- replico con un filo di isteria

E niente, poi generalmente scatta la rissa e visto che si tratta solo di una perdita di tempo sto cercando di educarmi a far girare di più l’ago e meno la lingua.

Sob.

Fortuna che la dieta la comincio nel duemilaventuno, così posso fare tutti i dolci che mi piacciono un sacco (tipo questo: arancia e semi di papavero dal libro di California Bakery. Per me meglio senza salsa) e mangiarmeli senza rimorsi di coscienza !

E che dire di questi strepitosi ravioli che mi risollevano da tutti i fallimenti del pane.

Ho pensato che forse per trarre gioia dall’impastare potevo buttarmi su qualcosa di più semplice e quindi ho messo mano alla sfoglia, da tirare rigorosamente a mano.

E non è mica così difficile come pensavo.

Per questa mia prima volta ho preferito concentrarmi sulla realizzazione della pasta, quindi ho optato per un ripieno ultra rapido ricotta e pesto e poichè anche l’occhio vuole la sua parte mi sono impuntata ad usare lo stampino rotondo ma oggettivamente crea un sacco di scarto e ruba un sacco di tempo.

La prossima volta farò tutto diversamente ma sento che questo sarà l’anno che mi riporterà in cucina.

Nel bene e nel male.

Proprio per non farmi mancare niente, dopo essermi innamorata di questa coperta trovata su Ravelry ( Battemberg Blanket ) ho deciso di farne una enorme per il mio letto.

Ho forse bisogno dell’ennesima coperta ?
Non credo proprio ma è più forte di me e chi sono io per oppormi a me stessa ?

E’ evidente che avrò un sacco da fare quest’anno!

Se non mi trovate qui sapete dove immaginarmi 😉

A prestissimo

cuor contento il ciel l’aiuta

Le vacanze natalizie sono lontane anni luce ormai.

La sveglia maledetta ha ripreso a suonare puntuale alle seiequaranta e ogni mattina il mondo mi accoglie con uno strato di ghiaccio ostinato mentre i miei figli, cisposi e ammutoliti, affrontano la loro giornata con l’entusiasmo di due condannati a morte.

Fortuna il Capo che ancora mi dice buongiorno e mi stampa un bacio destinato ad accompagnarmi ovunque, come un amuleto.

E’ tempo di patenti da prendere, maturità da preparare, indirizzi da scegliere.

E’ tempo di rendersi conto che molte delle cose che dovrei ricordare evaporano misteriosamente e dunque sarebbe bene prendere l’abitudine di segnarmele su un quadernino da tenere a portata di mano (uno dei miei tanti propositi duemilaeventi che finirà disatteso).

E’ buffo (e allo stesso tempo drammatico) come il mio cervello abbia deciso di trattenere centinaia di strofe di canzoni e dialoghi di film e interi passaggi di romanzi mentre si lascia sfuggire importantissime informazioni del quotidiano, come ad esempio i nomi e le caratteristiche dei molti sconosciuti amici di mia figlia  (cosa che la fa letteralmente infuriare) oppure ciò che mi era stato chiesto di inserire nella lista della spesa o ancora orari ed appuntamenti che mi vedono protagonista in qualità di tassista proletaria.

Mi sono accorta che passo un sacco di tempo a cercare le motivazioni (e le scuse) di queste mie mancanze e rimestando nella testa ho ritrovato il ricordo di una me stessa che rinfacciava le identiche cose a sua madre.

Inutile dire che questo ha immediatamente chiuso le porte del mio futuro al centro diurno per l’Alzheimer e ha invece aperto le pagine di tutta una serie di trattati sull’adolescenza che mi rassicurano riguardo la normalità della situazione e mi incoraggiano a tenere duro perchè non sono messa male come sembra.

E questo è lo spirito (e il motto) con cui affronto il nuovo anno: “non sono messa male come sembra” 🙂 ma ho anche un bel bagaglio di buoni propositi tipo “essere meno superficiale nelle mie analisi”, “non mettermi sempre e subito dalla parte del torto”, “dare a me e alle persone in generale almeno una possibilità di riscatto”.

Certo, il clima non mi aiuta 🙁

E nemmeno le verdure di stagione

Per non parlar del mio infido pane.

Per mia fortuna ho l’indole del cuorcontento e niente può togliermi il buonumore.

Cuor contento il ciel l’aiuta mi ripeteva sempre mia madre e anche se nel dirlo metteva un filo di disprezzo  (perchè per lei l’essere contenti era una sorta di peccato mortale) è una delle frasi che il mio cervello ha deciso di conservare e ripropormi con un’accezione più positiva proprio per sollevarmi da quella colpa che in fondo non ho mai avuto.

***

Bene, vi lascio con queste foto che non c’entrano niente ma giacevano nella mia macchina e meritavano un po’ di attenzione.
E’ il Natale di Rimini che per tutto il duemilaventi celebra il centenario della nascita di Fellini e ha dato vita a una delle più belle scenografie natalizie viste quest’anno.
Rimini è una cittadina meravigliosa che da ragazza ho sempre snobbato perchè la ricollegavo al divertimento sfrenato e alle orde di ragazzini che vi si recavano in vacanza.
Ora che son vecchia ci vado spesso e volentieri e ogni volta la trovo splendida e viva, soprattutto per quel che riguarda le iniziative culturali.
Se non ci siete mai stati questo è l’anno giusto per farci una capatina.