Bologna ombelico di tutto

Non credo pubblicherò tutte le foto scattate quest’estate perchè rischio di tirare Natale ma a queste di Bologna tengo particolarmente, perciò eccovene una bella vagonata !

Per un certo periodo di tempo Bologna è stata la città dove io e il Capo, morosi a distanza, ci incontravamo.
Ci aspettavamo alla stazione e poi facevamo delle scarpinate epocali su e giù per il centro.

Probabilmente eravamo così presi da noi stessi che il paesaggio passava in secondo piano perchè ancora oggi, a distanza di vent’anni e dozzine di viaggi, ci son cose che mi sembra di vedere per la prima volta.

Anche Bologna è cambiata negli anni; non ai livelli di  Milano che ti ricorda quanto sei povero e provinciale ad ogni passo, ma mettendo su gli stessi negozi di ovunque, vestendo le persone tutte allo stesso modo e ammantandosi di una inquietante uniformità.

Eppure, sotto sotto, conserva quel nonsoché di spontaneo e sincero che ancora me la fa piacere più di ogni altra provincia.

Certo, a San Petronio un signore scorbutico ci ha subito chiesto dei soldi in cambio dell’autorizzazione a scattare foto… ma intorno c’era così tanta bellezza che l’ho perdonato all’istante.

Purtroppo essendoci andati di Lunedì abbiamo trovato parecchi sbarramenti sul nostro itinerario ma fortunatamente l’Archiginnasio era aperto, così ho potuto lasciarci un pezzettino di cuore.

L’Archiginnasio è uno di quei posti dove vorresti rimanere chiusa e dimenticata per l’eternità, a vagare nelle stanze dove migliaia di studenti hanno vagato nel corso dei secoli.

E in un posto così bello non si possono incontrare che belle persone, come ad esempio le pensionate volontarie che si prendono la briga di regalare il loro tempo al servizio degli altri e lo fanno in modo memorabile ed esemplare.

Ad impreziosire il tutto una piccola mostra su “Q”, un libro che mi ha dato molto in passato e che mi sono ovviamente ripromessa di rileggere.

Ma la gita è stata in realtà il regalo di compleanno del pargolo maschio che come ogni anno, dopo averci rinfacciato tutte le feste che gli abbiamo organizzato contro la sua volontà quando era piccolo, ci ha per l’ennesima volta spiegato cosa davvero gli piace fare e quindi via…tutti al Museo Archeologico

Qui abbiamo trovato delle sale molto belle con spiegazioni dettagliate e interessanti, altre invece un po’ così, di quelle che servono più che altro a colmare i vuoti.

Nel complesso però un ottimo Museo, ricco soprattutto per quello che riguarda la collezione Egizia, dove oltre ai nostri amati gatti, abbiamo potuto ammirare una quantità di reperti davvero enorme.

( Niente male nemmeno l’impianto di asciugatura delle ascelle 😉  )

E poi il meglio: le strade, la gente, gli studenti, i libri per strada (moltissimi libri e librerie ovunque), la musica nell’aria, il sole, i profumi del cibo e persino l’odore forte di qualche barbone sopravvissuto alle operazioni di pulizia.

Col cibo a dire il vero non siamo capitati benissimo perchè se non ti vanno la pizza e il panino ma vuoi spendere poco, devi fare i conti con la mania del chilometro zero/alta qualità/ricerca dell’eccellenza/ecceteraeccetera che invade il centro storico e quindi finisci in un ottimo self service dove tutto è buonissimo ma le quantità sono così irrisorie che quando hai finito ripensi con una fitta di rimorso al pezzo di pizza unto e stracarico rifiutato poco prima.

Dei festeggiamenti domestici non ho che qualche foto sfocata fatta col mio cellulare scrauso ma è andato tutto come al solito, il Capo ha messo le candeline sulla torta, la canzone è stata cantata e i baci sono volati… come questi sedici anni di Attilio.

Buon fine settimana

idrofobia

Ecco che improvvisamente l’estate è scoppiata lasciandoci letteralmente senza fiato.

E lo dico dal mio personale bagno di sudore, pensando a voi che state nella mia stessa condizione ma che mesi fa avete ( come me ) spergiurato  di non lamentarvi del caldo.

Certo, in quei tempi di freschetto, mai avrei immaginato che l’impianto d’aria condizionata della mia amata Matiz m’avrebbe piantata in asso per sempre, trasformando i miei viaggi in cotture a microonde.

E non immaginavo nemmeno che il caldo record mi avrebbe costretta ad annaffiare l’orto due volte al giorno favorendo, oltre alla crescita degli ortaggi, il rigoglio di tutta una serie di erbacce che vanno tassativamente estirpate con la zappetta al mattino presto, in un tripudio di zanzare e altri insetti malefici.

E troppe ne avrei di cui lamentarmi ma una promessa è una promessa, quindi cercherò di focalizzarmi solo sulle cose belle di questa incredibile stagione, cioè le vacanze, il festival del cinema che è appena finito, le passeggiate serali che si concludono con un gelato, le partite a carte e, nel caso specifico di questo post, le gite fuori porta !

Nonostante la caldazza ci siamo avventurati verso una meta che ci proponevamo da tempo: Le marmitte dei Giganti di Fossombrone.

Un percorso facile di cui vedevo spesso foto molto suggestive e che avevo messo nella lista delle gite già dall’anno scorso.

L’ideale sarebbe stato andarci a Maggio ma il tempo non ce lo ha mai permesso e quindi siam partiti consapevoli che le temperature non avrebbero giocato a nostro favore.

Il posto è di un bello che incanta e ricorda certi paesaggi statunitensi visti ormai troppi anni fa.

Per un qualche strano effetto acustico giungono all’orecchio solo i rumori propri del luogo ovvero cinguettii e sciabordii, cosa che non finiva di stupirmi mentre me ne stavo sdraiata e meditabonda a guardare i miei uomini che affrontavano il percorso rasente l’acqua.

Quasi mi sentivo a disagio in tutta quella incredibile pace, tanto che ho tirato un sospiro di sollievo quando un branco di ragazzini in canoa ha fatto il diavolo a quattro passando con entusiasmo nelle parti più strette e difficoltose.

Ma di tutto la cosa che più mi ha stupita è la nonchalance con cui uno dei loro educatori si è avventurato sulla roccia per incitarli.
Con delle scarpettine da ginnastica.
E un cellulare nella busta impermeabile.
( Vedi foto qui sopra )

Premesso che io ho il terrore della acqua ed evito qualsiasi cosa possa anche solo ipoteticamente causarmi una caduta in acqua  (quindi non ho potuto fare il percorso fino in fondo che era comunque facilissimo e percorribile da tutti ) quando ho visto questo signore camminare spedito fin sul bordo della roccia e poi addirittura scendere un gradino più sotto ho pensato che sarebbe caduto.

E sono stata in un’angoscia profonda per tutto il tempo in cui lui si è trattenuto su quel margine ma fortunatamente la mia indole riservata mi ha impedito di mettermi ad urlare e correre a cercare aiuto.

Perchè quel signore era davvero tranquillissimo nonostante stesse facendo questa cosa folle di stazionare sul bordo di una roccia affacciata su un canale con delle scarpette di tela.
Poi ad un certo punto ha deciso che bastava e senza nessuno sforzo è risalito e mi è passato accando fischiettando con una serenità e una spensieratezza ormai rare.

Non ha avuto nessun bisogno che lo salvassi.
Mentre io ho un costante bisogno di qualcuno che mi salvi da certe mie paure incontrollabili.
Queste paure spesso mi impediscono di fare delle cose ( tipo camminare troppo vicino all’acqua ).
E per un attimo il suo entusiasmo mi ha contagiata e ho pensato che potevo farmi coraggio e partire sul sentiero per raggiungere i miei uomini.

Ma in fondo, mi sono chiesta, c’è proprio tutto questo bisogno che io affronti questa paura ? Non sto bene anche qui svaccata in questo prato brullo a cacciare il naso in quel che fanno gli altri ?

E quindi niente, son rimasta lì a godermi il panorama e a scattare foto, pensando però che la pace assoluta mi avrebbe annoiata.
Che se fossi stata completamente sola,  dopo un po’ avrei dovuto trovarmi qualcosa da fare perchè la natura è molto bella ma mi stanca in fretta.
Quindi ben vengano le creature che fanno chiasso, quelle che si mettono in posa per i selfie, quelle che fanno cose che io non farei mai lasciandosi guardare; perchè senza le persone che li vivono, i luoghi ai miei occhi perdono un po’ il loro senso.

Sulla via del ritorno ci siamo fermati alla Gola del Furlo, che avevamo già visto parecchie altre volte ma che è sempre un piacere rivedere e fotografare.

Qui la camminata me la son potuta godere anche io perchè c’è un fantastico parapetto predisposto per la salvezza di tutti noi fifoni !

E incredibilmente avrei un sacco di altre foto del quotidiano da postare ma sarebbe davvero un’esagerazione, quindi seguirà a breve un altro noiosissimo post sulla maturazione dei miei ortaggi e la fioritura dei miei fiori 😉

Spero che le vostre vacanze vi diano quello di cui avete bisogno !