Quando frequentavo le scuole elementari c’era un bambino di nome Alberto che una mattina si era presentato tutto orgoglioso con uno straordinario ritratto di cavallo che sosteneva essere stato realizzato da lui.
Poichè sino al giorno prima nel disegnare era stato una mezza pippa come tutti noi, nessuno gli ha creduto.
Nemmeno la maestra, che per sedare la rissa che si era scatenata a suon di “l’avrà fatto tuo fratello…tua madre…tuo padre”, dapprima lo aveva accusato di essere bugiardo, poi probabilmente, ripensando a tutte le lezioni di psicopedagogia delle magistrali, aveva tirato fuori la genialata del ” se l’hai fatto tu allora adesso ne devi fare un altro uguale!”.
L’Alberto non aspettava altro.
Armato di foglio e matita, lingua tra i denti, concentrazione al massimo, nel giro di un niente aveva tirato fuori un’anatomia di destriero degna di Da Vinci.
Continuava a ripetere che si era svegliato presto con una gran voglia di disegnare e improvvisamente si era accorto di quanto gli riuscisse bene.
Ora io conservo un ricordo nitido e preciso di me bambina che sotto le coperte con gli occhi strizzati prego tutte le fatine di mia conscenza di farmi quel regalo, di concedermi il dono del talento artistico.
Ricordo altrettanto bene l’euforia con la quale mi svegliavo e subito provavo a tracciare qualche segno su un foglio appositamente preparato la sera prima sopra la scrivania.
Niente, quelle stramaledette fatine non esistono.
O se esistono non hanno certo a cuore i sogni dei bambini.
E quindi io continuo a visitare mostre, perdendomi negli strati di colore, nelle trasparenze di certi polsini, nel talento esasperante di mani che non sono le mie.
Adoro i dipinti. Potrei stare a guardarli per sempre. E non amo solo l’idea, l’insieme, l’armonia…io stravedo per ogni tocco di pennello, per il lavoro immane dell’uomo che è stato davanti a quel quadro con la tavolozza e tutto il resto.
Io invidio il talento e l’abilità del saper ricreare e reinventare.
Questa mostra, nello specifico, è quella allestita a Palazzo Campana di Osimo con la collezione privata di Vittorio Sgarbi e di sua madre, Rina Cavallini.
Si chiama Le stanze segrete ed è davvero una bella mostra.
Tra le cose che più mi hanno colpita è il continuo richiamo alla memoria della madre, amica e complice in quello che deve essere stato un rapporto straordinario.
Osimo invece, come cittadina, non sembra essere molto vivace.
Una simpatica turista che abbiamo incontrato nel nostro girovagare alla ricerca di cibo l’ha definita “la morte in terra”, ed è difficile darle torto.
Però sono riuscita a scovare ugualmente qualche bello scorcio da fotografare, senza nemmeno l’impiccio delle persone sulla traiettoria 😉
Vista la presenza di chiese e negozi, qualche abitante ci deve essere per forza.
Dove si nascondano però, non è dato saperlo.A casa mi aspettava l’unica forma d’arte che posso permettermi.
E questi gingillini qui
♥
Buona settimana
questa volta ti invidio proprio!!!! Amo Sgarbi pur nelle sue intemperanze. lo trovo geniale quando esercita la sua professione di critico. Penso che l’arte,in ogni sua forma, sia il mezzo che noi umani possediamo per avvicinarci all’essenza del divino. Il saper trasformare in immagini o suoni o parole le emozioni e i sentimenti è un dono impareggiabile che io purtroppo non possiedo. Abito troppo lontano da osimo forse questa mostra me la perderò, purtroppo. BEATA TE !
Anna anche io lo amo molto. A volte lo trovo volgare e persino più che intemperante ma mi ha dato talmente tanto quando da ragazza studiavo Storia dell’Arte che gli perdono tutto.
La mostra era davvero molto bella ma guardando le foto del catalogo credo che quelle opere siano ancora più belle nella loro sede originaria, in quelle stanze segrete che ingombrano e rendono magiche.
Non so se sei del Nord. Nel caso lo fossi ti consiglio di visitare il Museo del Vittoriale a Gardone che è uno dei miei luoghi del cuore e pur essendo legato ad un ambito soprattutto letterario è sicuramente tra le più belle opere d’arte che possediamo in italia.
un abbraccio grande.
Che bella mostra !!! Quando tanti anni fa ho visto Sgarbi in televisione per la prima volta ne rimasi affascinata da tutto e per tutto, insomma mi innamorai di lui ( io le chiamo smile , mio marito emoticon, comunque una che sorride e fa l’occhiolino!!! …) fortuna che poi piano piano l’innamoramento è scemato !!! Io non ho mai avuto grande simpatia per le fate, perché nonna mi raccontava la favola (forse la bella addormentata nel bosco ) insomma diceva così : “in una bellissima reggia, era nata una bambina per festeggiare il suo arrivo invitarono tutti, anche le fate del bosco vicino, ma non bastarono le stoviglie del servizio e per una di esse adoperarono una stoviglia diversa. La malcapitata si indignò e da fata diventò strega e per vendicarsi disse che la bambina nella sua giovinezza si sarebbe punta con un fuso e sarebbe caduta in un sonno profondo…Nonostante fu ordinato di distruggere tutti i fusi del regno , così avvenne ..Insomma le fate mi piacciono però non mi ispirano fiducia e sono misteriose e dispettose. Forse è per questo che ogni volta che apparecchio la tavola, i tovaglioli, le posate, i piatti, i bicchieri …devono essere tutti uguali, o tutti diseguali o uguali a coppia … ovvero non deve essere solo per un commensale diverso, neanche tra noi di famiglia …altrimenti penso che a chi capita muore per prima…. Avrei da raccontare qualcosa per Alberto e per la cittadina definita “la morte in terra ” ma poi mi dilungo troppo. rimando ad un altro post …. Le foto e i soggetti che hai fotografato sono davvero molto belli !!!
Un caro saluto!!!
Cavoli ma dici che è per via di questa fiaba che mia madre non sopporta il fatto che io abbia i piatti e le posate tutti diversi ?!
Giuro che non la conoscevo mica questa versione.
E però non sai le litigate che ci siamo fatte ogni volta che ha mangiato a casa mia. Tanto che mi ha regalato non so quanti servizi di piatti che però tengo da parte per le “occasioni”.
Devo indagare su questa cosa 😉
Aspetto di sentire anche questa cosa della morte in terra…che sarà ?? mi lasci con la curiosità !
un abbraccio specialissimo
……ingarbugliandomi con le stoviglie del servizio della reggia (nonna diceva il sevizio di piatti ) …..per un piatto pure quella fata quanta confusione ha creato !!! Ho dimenticato di dirti che il tuo capolavoro sarà degno di una mostra !!! Bellissimi i colori del filato !!! Buona giornata !!! Se puoi cancella quest’ultimo rigo ….io me ne vado al mare Un saluto!!!
Cancellare ho cancellato…un po’ in ritardo a dire il vero ma spero che la tensione si sia sciolta in qualcosa di positivo ♥
Ognuno ha in séa maniera in cui esprime la sua arte!tu hai l’occhio dell’artista quando fotografi, quando accosti i colori dei tuoi lavori a maglia,hai il cuore dell’artista quando scrivi.
Come ti capisco, però!!!!! Come si dice, non so tenere la matita in mano, in una famiglia dove invece lo spirito artistico è molto presente, a partire da uno zio, mancato a 99 anni e 9 mesi, che faceva lo scultore.
…forse la mia arte si esprime di ersamente!
Bellissime le tue foto, ho letto parecchie cose sulla mostra di sgarbi.
L’ho conosciuto di persona nel 2003 ,sia lui che sua madre , un giorno ti racconto.
Un abbraccio d treno, sto tornando a Genova
Lela
Uff…anche tu mi lasci qui con la curiosità di sapere com’è che hai conosciuto Sgarbi e la Rina !
ti abbraccio lo stesso 😉
Mi sembra un posto splendido, specialmente il parco.
Forse non saprai disegnare bene, ma hai altri talenti mica da poco!
La foto dei gattini mi ha fatto sciogliere. <3
Il mio gattino l’ho chiamato Brodo.
I miei figli mi odiano per questo 🙂
un bacione
♥
Ma Brodo cugino di Frodo o proprio in onore del brodino caldo? 😛