vacanze di natale ( parte seconda )

bologna2017-49La gita a Bologna per la mostra su Frida Kahlo merita sicuramente un post tutto per sé.

Due ore tonde di fila nel freddo di una mattina particolarmente fredda ci resteranno impresse per molto tempo ma fortunatamente non come un ricordo spiacevole.

bologna2017-38-2 bologna2017-39-2 bologna2017-50 bologna2017-40-2L’esposizione trattava in generale l’arte messicana contemporanea a Frida avvalendosi di un allestimento a dir poco magistrale; luci e colori gestiti in modo straordinario, spazi accoglienti e vivibili nonostante la ressa, musiche e fotografie di forte impatto emotivo ben distribuite lungo il percorso.
cxk4c1qwgaawdot cxnxmrgxeaaptff la-collezione-gelman-arte-messicana-del-xx-secolo-veduta-della-mostra-presso-palazzo-albergati-bologna-2016Inutile dire che ciò che più colpisce é l’unicitá del personaggio che Frida Kahlo ha rappresentato. La tragicitá della sua vita, il suo farsi simbolo di un paese in lotta, la sfortuna di un amore totale ma sofferto.
me-and-my-parrots-9 in-memoriam-frida-kahlo_ab634d85b1245fe83fec13f2749386a90080711e67f5f0ce1db2bfd46de60943“Frida on White Bench,” photograph by Nickolas Muray, 1939. Submitted image

Ho visto tantissime mostre nel corso degli anni e mai prima mi era capitato di commuovermi.

Qui invece sono arrivata all’ultima sala col cuore gonfio e di fronte all’ultimo quadro, che la ritrae ambiguamente avvolta nel pizzo bianco, sulle note di una canzone manifesto come “Gracias a la vida” é stato durissimo trattenere le lacrime, per me e per tutte le altre persone presenti.

Non posso che complimentarmi con la curatrice Gioia Mori e ripromettermi di tenere d’occhio i suoi prossimi allestimenti.

bologna2017-44 bologna2017-48 bologna2017-47 bologna2017-43 bologna2017-46 bologna2017-45 bologna2017-42 bologna2017-41Bologna é stata per lungo tempo la cittá del mio cuore perché é lì che col Capo ci incontravamo a metá strada da fidanzati.

Ci siamo tornati molte volte, anche coi ragazzi, ma mai nel periodo degli sfarzi natalizi.

Che dire…l’ho trovata diversa rispetto a quindici anni fa, mi è parsa più commerciale, coi negozi tutti uguali e i locali alla moda, ma forse è solo perchè non ci siamo allontanati dal centro.

bologna2017-27-2 bologna2017-25-2 bologna2017-26-3 bologna2017-24-2 bologna2017-66 bologna2017-20-2 bologna2017-23-2 bologna2017-65Di sicuro non mi era mai capitato di vedere un funambolo ( che ha emozionato soprattutto per le spettacolari cadute) esibirsi sopra Piazza Maggiore.

bologna2017-18-3 bologna2017-17-3Il tempo a disposizione è stato davvero poco ma abbiamo comunque approfittato per visitare la Salaborsa che ancora non avevamo mai visto e la famosa finestrella sul canale di via Piella ( di cui fino a poco tempo fa ignoravo l’esistenza).

bologna2017-64 bologna2017-63 bologna2017-15-2 bologna2017-62 bologna2017-61 bologna2017-60 bologna2017-59 Ci é scappato anche un giretto tardivo ai mercatini Natalizi e in quei negozi che da noi non ci sono e proprio per questo sembrano essere i più belli del mondo.
bologna2017-57 bologna2017-56 bologna2017-6-2 bologna2017-55 bologna2017-53 bologna2017-52bologna2017-51
Insomma, posso affermare con certezza che due settimane di vacanza sono un fantastico spezza-inverno !

L’unico problema é stato accettare il duro ritorno alla realtá, fatto di ghiaccio e levatacce.haruf Ovviamente ho approfittato di questi giorni per leggere e guardare film come non ci fosse un domani e anche se la rubrica sui libri l’ho abolita, non posso esimermi dal consigliare la lettura della trilogia di Kent Haruf.

(Io per ora sono ferma ai primi due ma conto di terminarla presto)

Si tratta di uno scrittore straordinario, capace di smuovere i torpori della mente con poche e semplici parole scritte bene.

I primi due libri parlano rispettivamente della fine di una vita e dell’inizio di un’altra e lo fanno con un realismo e una pragmaticitá così poetiche da fare male.

Quello che più mi ha colpita é il coincidere degli stati d’animo di molti personaggi con i miei.

La consapevolezza del potere curativo che ha il prendersi cura degli altri é uno dei temi su cui ultimamente mi ritrovo spesso a riflettere e in questi libri mi sono ritrovata come in uno specchio.

Una gran bella sensazione !

***

Ora dichiaro ufficialmente terminate le vacanze e mi ributto a testa bassa nella mischia.

io non credo (più) nelle fate

Osimo (30)Quando frequentavo le scuole elementari c’era un bambino di nome Alberto che una mattina si era presentato tutto orgoglioso con uno straordinario ritratto di cavallo che sosteneva essere stato realizzato da lui.

012 (2)Osimo (33)Osimo (34)Osimo (21)Poichè sino al giorno prima nel disegnare era stato una mezza pippa come tutti noi, nessuno gli ha creduto.
Nemmeno la maestra, che per sedare la rissa che si era scatenata a suon di “l’avrà fatto tuo fratello…tua madre…tuo padre”, dapprima lo aveva accusato di essere bugiardo, poi probabilmente, ripensando a tutte le lezioni di psicopedagogia delle magistrali, aveva tirato fuori la genialata del ” se l’hai fatto tu allora adesso ne devi fare un altro uguale!”.

L’Alberto non aspettava altro.
Armato di foglio e matita, lingua tra i denti, concentrazione al massimo, nel giro di un niente aveva tirato fuori un’anatomia di destriero degna di Da Vinci.

Continuava a ripetere che si era svegliato presto con una gran voglia di disegnare e improvvisamente si era accorto di quanto gli riuscisse bene.

Osimo (27)Osimo (25)Osimo (24)Osimo (26)osimo (29)Ora io conservo un ricordo nitido e preciso di me bambina che sotto le coperte con gli occhi strizzati prego tutte le fatine di mia conscenza di farmi quel regalo, di concedermi il dono del talento artistico.
Ricordo altrettanto bene l’euforia con la quale mi svegliavo e subito provavo a tracciare qualche segno su un foglio appositamente preparato la sera prima sopra la scrivania.

Osimo (23)Osimo (22)Niente, quelle stramaledette fatine non esistono.
O se esistono non hanno certo a cuore i sogni dei bambini.

E quindi io continuo a visitare mostre, perdendomi negli strati di colore, nelle trasparenze di certi polsini, nel talento esasperante di mani che non sono le mie.

Adoro i dipinti. Potrei stare a guardarli per sempre. E non amo solo l’idea, l’insieme, l’armonia…io stravedo per ogni tocco di pennello, per il lavoro immane dell’uomo che è stato davanti a quel quadro con la tavolozza e tutto il resto.
Io invidio il talento e l’abilità del saper ricreare e reinventare.

Osimo (35)045Questa mostra, nello specifico, è quella allestita a Palazzo Campana di Osimo con la collezione privata di Vittorio Sgarbi e di sua madre, Rina Cavallini.

Si chiama Le stanze segrete ed è davvero una bella mostra.

Tra le cose che più mi hanno colpita è il continuo richiamo alla memoria della madre, amica e complice in quello che deve essere stato un rapporto straordinario.
Osimo (19)Osimo (18)Osimo (20)Osimo invece, come cittadina, non sembra essere molto vivace.

Una simpatica turista che abbiamo incontrato nel nostro girovagare alla ricerca di cibo l’ha definita “la morte in terra”, ed è difficile darle torto.
Osimo (32)Osimo (31)Osimo (3)Osimo (17)Però sono riuscita a scovare ugualmente qualche bello scorcio da fotografare, senza nemmeno l’impiccio delle persone sulla traiettoria 😉

Osimo (2)Osimo (16)Osimo (4)Vista la presenza di chiese e negozi, qualche abitante ci deve essere per forza.

Osimo (5)Osimo (7)

Osimo (15)Osimo (10)Osimo (14)Osimo (11)Osimo (13)Dove si nascondano però, non è dato saperlo.003 (2)015A casa mi aspettava l’unica forma d’arte che posso permettermi.
008 (2)E questi gingillini qui

Buona settimana