springtime

Non so per quale motivo, ma questa piattaforma (Altervista) mi odia così caparbiamente che per il solo gusto di dispiacermi ha nuovamente cambiato le modalità di scrittura, rendendomi il processo molto più complicato e laborioso.
Non fate caso quindi ad errori e impaginatura perchè faccio molta fatica a gestire la situazione ma ci provo.

Abbiamo affrontato una lunga quarantena, col Capo rinchiuso nella stanza degli ospiti al piano superiore e noi confinati nel perimetro di casa.

C’è da dire che passati i primi giorni di panico, quando è stato chiaro che l’unico contagiato era lui e non stava poi nemmeno così male, siamo passati in modalità vacanza e complici le belle giornate abbiamo mantenuto alto l’umore e ci siam buttati sulle partite a carte e i romanzi, abbiamo visto un sacco di film e brutta televisione e abbiamo cucinato come se non ci fosse un domani.

Perchè in fondo noi siamo già un po’ eremiti, quindi il mondo ci attrae ma ne abbiamo uno più piccolo tutto nostro che non manca di nulla.

Stare coi miei figli mi piace molto e mi insegna un sacco di cose e ora che siamo tornati ad una seminormalità ho quasi nostalgia di quei giorni in cui l’unico impegno era quello di riempire il tempo.

E comunque la primavera se ne frega e porta avanti il suo compito nel miglior modo possibile, colorando il giardino e preparando la frutta, che è esattamente quello che voglio fare io con me stessa, lontana dalle paranoie collettive e dall’abbruttimento generale.

Abbandonati momentaneamente i cucchiai per mancanza di materiale adatto, mi sono lanciata con gli uncinetti che sono molto più facili e veloci da realizzare.
Sono partita con l’idea di intagliare dei piccoli gatti alle estremità, poi ho pensato che potevo limitarmi a delle teste e niente… mi son ridotta a cuori e funghetti che praticamente si fan da soli!

Ho messo un po’ di semini a dimora nella serra e raccolto bulbi di fiori selvatici nelle passeggiate attorno casa.
Ho iniziato a zappare l’orto ma anche quest’anno la terra si è rivelata essere bassa e dura come lo scorso anno, se non di più.
Ho finito lo scialle e iniziato un nuovo maglione anche se inspiegabilmente non ho alcuna foto da mostrare…ma rimedierò presto.

Col piccolo di casa ci siamo detti che sarebbe bellissimo avere una sorta di fermatempo che ci consentisse di allungare le giornate e fare tutte le nostre cose senza sottrarre tempo al sonno, che da quando è cambiata l’ora andiamo a letto sempre più tardi e la mattina siam degli zombi

Complice anche questo signore qui, che nel settecentesimo anno dalla morte ancora fa innamorare i ragazzi e li intrappola con la magia dei suoi versi.

E così, visto che nonostante due esami universitari alle spalle, della Divina Commedia ricordo ben poco, per star dietro a questa nuova passione di Attilio mi son rimessa a studiare e ho finito anche io per innamorarmi nuovamente di Dante.

A suggello di un amore ritrovato e di una acerba passione, ci siamo regalati questa meravigliosa edizione illustrata da Gabriele dell’Otto che è di una bellezza stratosferica e se non pesasse come un cristiano potremmo anche leggerla sdraiati al sole, invece no…chini sulle sudate carte fino a tarda notte!

Per sdrammatizzare abbiamo preso pure questa versione manga giapponese che è davvero molto molto ben fatta e scorre velocissima anche se il mio rampollo purista non ha molto apprezzato la semplificazione dei contenuti.

Insomma, posso affermare che stiamo bene nel corpo e nell’anima e spero sia lo stesso per voi.

Continuiamo a crescere, anche in spazi limitati

Fase due, quasi tre

L’avvento della seconda fase ci trova abbastanza impreparati devo ammettere.

Siamo così addomesticati e storditi dagli eventi che a stento troviamo lo slancio per ribellarci a qualcosa.

Al supermercato dove vado abitualmente hanno sostituito i guanti della frutta con dei sacchettini minuscoli che portano stampigliata sopra la parola GUANTO.
Una volta infilati impediscono qualsiasi movimento delle dita e di conseguenza annullano la funzione prensile della mano.
Del resto è difficile usare una mano chiusa in un sacchetto di plastica ma pare che tutti si siano messi d’accordo per chiamarli guanti e fingere che lo siano.
Chi sono io per contraddirli o lamentarmi?!
Nessuno, quindi metto su il mio bel guanto senza dita e faccio quello che devo fare, impiegandoci come minimo il triplo del tempo e maturando un certo disagio.

Ecco, direi che questa è un po’ la sintesi di come affrontiamo tutta la situazione.

Rassegnazione, adattamento, sopportazione e sottomissione.

Viviamo una vita che non è più la nostra ma fingiamo pazientemente che lo sia.

Mi sembra ormai di attraversare anche una quarantena del cuore.

Non ci si può lasciar andare a nessun sentimento estremo perchè il rischio che si corre è di infrangere questo equilibrio traballante in cui siamo calati da troppo tempo.

No alla tristezza, no allo sconforto, no pure all’allegria che risulta essere inadatta e inopportuna.

Ho pensato così tanto alla morte in questo periodo che mi sento invecchiata di un decennio.

Deve essere per tutto questo che in fondo sto bene solo a casa e dintorni.

E guardate che razza di dintorni! 😉

Maggio ci sta regalando delle giornate caldissime (non sono sicura che sia una cosa positiva a livello generale ma faccio finta di niente per il solito quieto vivere) e oltre alle passeggiate rigeneranti mi dedico alla semina, ai trapianti e agli impianti, sudando copiosamente ogni giorno.

Nella mia serretta il rigoglio delle fronde è al suo massimo splendore e le rane si moltiplicano per la gioia della locandiera.

Ho un sacco di cose che mi riempiono gli occhi e le giornate di bellezza e lavoro sodo su me stessa per essere un po’ meglio ogni giorno che passa.

Di tutte queste meraviglie che mi porto dentro non so cosa resterà quando non ci sarò più e questa è una delle questioni su cui mi arrovello in questo periodo.

Ovviamente non ho trovato ancora nessuna risposta ma il cercare è ciò che mi dà più soddisfazioni.

A presto