“La città più bella d’Italia? San Leo: una Rocca e due Chiese” Umberto Eco

Eccoci qua, io e il mio computer revisionato e sistemato !

Pare fosse un problema di spazi e di memoria che sono stati ampliati e fortunatamente non hanno richiesto azzeramenti o robe simili, quindi ci è stato restituito esattamente com’era, persino con tutte le password al loro posto !

Certo che se durante la gita a San Leo credevo di sentire molto caldo ero proprio un’ingenua e nulla sapevo dell’inferno che presto sarebbe sceso in terra!

Una canicola che ormai ci accompagna da giorni e che mette a dura prova tutta la famiglia.

Fortuna il cinema all’aperto e il gelato !

Ma torniamo a San Leo che è un minuscolo paesino della Romagna dove la storia ha lasciato il segno in più periodi e in modi diversi.

Non è la prima volta che lo visitiamo e rientrare nei musei della sua rocca è sempre un piacere.

Il personaggio più noto passato da queste parti è senza dubbio Cagliostro, una vita avventurosa e straordinaria, conclusasi nel peggiore dei modi, con lui  carcerato in una cella umida e buia da cui solo la morte ha potuto salvarlo.

Ma anche tante “streghe” e persone considerate eretiche che l’Inquisizione torturava e carcerava spesso per sempre.

C’è un’atmosfera molto particolare in questo luogo, testimone di sofferenze terribili.
Credo sia impossibile visitarlo senza sentirsi solidali e vicini a tutti coloro che ingiustamente ne sono state vittime.

L’empatia che assale il visitatore quando si ritrova chiuso in quelle celle minuscole e spoglie, dove qualcuno ha lasciato lo scavo paziente di un nome o di una data, è qualcosa di tangibile e duraturo che resta nei pensieri pronto a riemergere quando capita che le idee si confondano nella ricerca della giusta direzione.

Fortunatamente non solo eventi tristi in questo posto magico ma anche mostre, letture e festival , che negli ultimi anni però sembrano essere diminuiti a vista d’occhio fino a sparire completamente non so per quale assurdo motivo ( suppongo un cambio di amministrazione ).

Quando ero ragazza m’innamoravo perdutamente di tutti i paesini che andavo a visitare e per mesi e mesi sognavo di trasferirmici e di iniziare una nuova e meravigliosa vita a misura d’uomo antico.

Ora sto così bene a casa mia che raramente penso a traslocare ma credo che una trentina di anni fa San Leo mi avrebbe chiamata a gran voce e forse oggi sarei io la signora che dipinge i souvenir circondata da gatti pelosi, sassi e piantine.

Come in tutti luoghi fuori dal mondo e dal tempo c’è anche un filo di misticismo che passa tra i crocefissi, le reliquie e i voti delle vecchie signore morte da tempo.

Poi, sulla via del ritorno, sorpresa !
Le mucche !
Che non vedevo da secoli e secoli e che quasi libere, al pascolo, mi sono sembrate delle creature bellissime!
Una comunità perfetta il cui destino, come mi ha ricordato la figlia vegetariana, è nelle mani di noi criminali mangiatori di bistecche.

E pensare che prima di condividere con lei il racconto di questo mio incontro inaspettato,  io guardandole, avevo pensato solo ed esclusivamente alla bontà del latte e delle mozzarelle e mi ero sentita piena di gratitudine e ammirazione.

Invece niente…il senso di colpa è sempre dietro l’angolo 🙁

A prestissimo
e bevete molta acqua 😉