Avessi delle foto da mostrare, le mostrerei.
Avessi storie da raccontare, le racconterei.
se avessi più fantasia me le inventereiiii…
e invece niente….
mi perdonerà Ivano Fossati per avergli storpiato l’idea di questa melodia (che tra l’altro appartiene a quella che in assoluto è una delle canzoni della mia vita) ma sono stati giorni difficili e il mio neurone solitario tenta di tirarsi su come meglio può !
Sono stati giorni di principesse influenzate, di gatti castrati, di Zelde malatissime, di colesteroli, panini integrali e fili d’olio a crudo.
Sono stati giorni di magoni e riflessioni.
Sono stati anche giorni di freddo, quando tutto quello di cui ho bisogno è un po’ di sano calore solare.
E proprio il freddo ha fregato la fanciulla di casa, che sull’onda del clima primaverile aveva dismesso sciarpa e maglione in favore di un decolletè in bella vista!
Fortuna che mia figlia quando è malata si rabbonisce e diventa tollerante persino con il fratello, tanto che abbiamo passato dei bei pomeriggi spensierati e ridanciani come non ci capitava più da mesi ormai.
E se in questi malanni passeggeri riesco a trovare anche il lato positivo, poco c’è da stare allegri con i risultati dell’ecografia fatta alla Zelda che sta malissimo ma non lo sa, tanto che continua ad essere il cane più pazzo del mondo.
Invece sarebbe bene che si desse una calmata visto che da come è messo il suo cuore pare sia a rischio d’infarto improvviso.
E così il mio mantra è diventato ” NON FATE AGITARE IL CANE “, comprensivo dell’esaudimento immediato di ogni suo desiderio in modo da evitarle qualsiasi tipo di stress.
A ciò si aggiunge il categorico verdetto delle analisi del Capo, che all’alba dei cinquant’anni ha deciso di sottoporsi a revisione ed è saltato fuori che come un umano qualsiasi ha dei problemini col colesterolo.
Una cosa minima che però ci spinge ad interrogarci prima di ogni pasto e che ha magicamente fatto apparire sulla nostra tavola i tristissimi panini integrali e le verdure condite a crudo 🙁 .
Ho anche tutta una serie di grattacapi familiari, che mi portano ad un inutile ed insano rimuginare.
Ma tutto questo non mi toglie la voglia di stare serena e anzi mi spinge ad aprire meglio gli occhi e il cuore, alla ricerca di cose belle che compensino i pensieri tristi.
La mia fortuna è che di cose belle se ne trovano ancora a bizzeffe !
Il piacere di fare delle foto insolite per un allestimento matrimoniale ( con annessa panzata di confetti 🙂 )
Quello di ritrovare le fragole buone dopo un lungo anno di privazione e compiacersi della meravigliosa ciclicità dell’esistenza.
Incappare in una serie di bei bel film.
E in un paio di libri capolavoro.
…
Il mio guaio quando sono triste è che tendo a leggere tantissimo.
Mi fa comodo avere un mondo in cui scappare quando nel mio c’è troppo caos e incontrare personaggi di cui innamorarmi, altri da odiare spudoratamente, vivere vite parallele e lontanissime.
Fino a qualche anno fa scrivere era l’attività a cui dedicavo in assoluto più tempo.
Ho sempre girato con un quadernetto dentro la borsa.
Un meraviglioso appiglio contro la solitudine, la noia o l’imbarazzo.
Mi bastava aprirlo per sentirmi a casa ovunque mi trovassi e non c’era giorno in cui non sapessi cosa scriverci.
Poi ad un tratto il bisogno di mettere le parole sulla carta è come evaporato.
Sono stata risucchiata dal vortice di un quotidiano che evidentemente mi appaga da ogni punto di vista.
O forse sono semplicemente diventata troppo pigra.
Ma quando ho visto questo quaderno coi gatti neri e la penna con il fenicottero ho pensato fosse un segno del destino e li ho presi ripromettendomi di mettere da parte la vergogna e il senso di colpa in favore di una sorta di autodisciplina con la quale mi spingerò a scrivere più spesso e più intimamente.
Diciamo che questo è il mio personale impegno per la primavera duemilaesedici.
Il vostro qual è ?!
♥