beloved

Da piccola sono stata una bambina fortemente inappetente.

Ero letteralmente pelle e ossa e questo gettava mia madre nella più nera disperazione.

I figli  dall’aspetto malaticcio mettono in cattiva luce il genitore, quindi mettermi all’ingrasso è stata la sua ossessione per tutta la vita.

Per un lunghissimo periodo mi ha chiamata Biafra.

Biafra proprio come se fosse il mio nome.

Sentirmi chiamare così mi faceva profondamente vergognare di quello che ero e ricordo perfettamente quando, esasperata, presi la storica decisione di cambiare e  ingrassare.

L’avrei fatto per i bambini del Biafra !

Era a loro che pensavo fortissimamente mentre con sforzo sovrumano ingollavo il famoso petto di pollo di mia madre…tre etti e mezzo di gommapiuma da cacciar giù solo con l’acqua.

Ad ogni pasto sentivo distintamente le parole di mio padre: “ce l’avessero quei bambini una roba così buona…!”  e a testa bassa mi sforzavo di mangiare i maccheroni coi piselli spappolosi che si nascondevano infimi dentro la pasta, mentre il telegiornale mostrava le immagini di questi bambini scheletrici ricoperti di mosche.

I bambini del Biafra sono morti, la loro Repubblica è stata cancellata e io non sono mai riuscita ad ingrassare …in compenso temo di aver sviluppato una discreta serie di complessi e disturbi.

Ciò che più ha segnato la mia crescita è uno smisurato senso di empatia.

Se mi lascio andare posso sentire vive su di me le sofferenze di intere categorie di persone.

Da un lato è sicuramente una cosa positiva, dall’altro posso dire che i miei studi di storia mi han ridotta a brandelli.

L’umanità è stata capace di cose orribili e c’è così tanto dolore appena dietro le nostre spalle da sentirne quasi il rumore.

Mi son sempre fatta coraggio pensando ai soldati italiani in Russia, alle donne cinesi, agli ebrei,  a Simone Weil e ad altre decine di personaggi che affollano la mia personale mitologia.

Suppongo sia una cosa piuttosto infantile e forse anche controproducente ma per quanto mi sforzi non riesco a liberarmi da questo vincolo.

Ovviamente per proteggermi da tutta la sofferenza del mondo ho dovuto elaborare alcune strategie.

Tipo evitare certi film, certi documentari, certi approfondimenti storici.

Per lungo tempo ho avuto dei veri e propri argomenti tabù e questo ha determinato grandi lacune nelle mie conoscenze ma di sicuro mi ha aiutata a preservare un barlume di sanità mentale.

Ora però sono più adulta, più equilibrata…ancora non posso guardare certi film ma mi sono azzardata a leggere due libri che han fatto la storia della letteratura americana e che, con colpevole ritardo, sono finalmente arrivati anche a me.

Amatissima  di Toni Morrison è un libro durissimo, pieno di cose terribili ma che allo stesso tempo trasuda dignità e orgoglio pagina dopo pagina.

Ha uno stile narrativo molto particolare, a tratti difficile da seguire, soprattutto quando si fa onirico e delirante, ma c’è qualcosa di speciale che tiene comunque incollato il lettore e lo costringe a dipanare la storia fino alla fine.

Per me è stata una lettura dolorosa ma ne sono rimasta entusiasta, tanto che ho costretto il Capo a seguire le mie orme anche se  evidentemente  non sono riuscita a contagiarlo visto che è bloccato a pagina ventitré da giorni e giorni!

Sul “Buio oltre la siepe” di Harper Lee invece avevo come al solito un sacco di stupidi pregiudizi.

Pensavo si trattasse di una storia melensa e strappalacrime di cui poter assolutamente fare a meno, ma mi sono dovuta ricredere.

Quello di Harper Lee è un libro bellissimo e geniale.

La struttura è perfetta, il linguaggio semplice e l’occhio attento ai particolari più insoliti.

Aver scelto come narratore una bambina irrequieta ha dato alla storia una prospettiva ideale.

Mentre “Amatissima” è complesso e diretto e talvolta lascia sconcertati per la crudeltà di certe immagini, “Il buio oltre la siepe” ci porta dove vuole attraverso l’azione e la suspence che lo caratterizzano.

Forse lo avete già letto ma se ancora non lo avete fatto ve lo consiglio spassionatamente !

La schiavitù con i suoi orrori e le conseguenze che ancora si porta dietro è uno dei buchi neri della nostra storia ed è la metafora di tante altre schiavitù che condizionano il nostro stare al mondo da sempre.

A me sembra pazzesco che il nostro sistema sociale non riesca a liberarsene una volta per tutte ma evidentemente è così radicata da esserene un costituente.

Ora per me l’argomento è sdoganato e pronto per diventare un’ossessione, tanto che ho già impilato una serie di libri che per anni avevo evitato accuratamente.

Sarà un mese pesante !

***

Nelle foto Pesaro festeggia il 150° dalla morte di Rossini portando nelle strade le scenografie utilizzate nel corso degli anni per le rappresentazioni delle sue opere.
E conclude la settimana Rossiniana con la sfilata del carro del carnevale di Fano a lui dedicato.

Il tempo è stato sempre inclemente ma ci ha regalato delle luci insolite.

A presto

la cuochina sopraffina

fine aprile (6)Speravate la smettessi con questi post pieni di fiori e verzura ?!
fine aprile (13)Niente da fare, quest’anno non ne esco !fine aprile (12)E come potrei, vista la magnificenza del mio glicine e l’esuberanza di tutto ciò che gli gira intorno?!
fine aprile (11)fine aprile (16)fine aprile (14)fine aprile (2)fine aprile (10)C’è davvero una magia nell’attesa della bellezza che i fiori disvelano e in questi anni di evoluzione personale ho sviluppato una vera e propria venerazione per chi di questo incanto ha fatto una scelta di vita.

Pia_Pera_1100Pia Pera è una specialista di letteratura russa che ad un certo punto della sua vita ha scelto di dedicarsi a ciò che più la rendeva felice: occuparsi dell’orto e del giardino.

Trattandosi di un’anima speciale e preziosa, alla fatica fisica della coltivazione ha affiancato quelle della riflessione e della scrittura.

I suoi libri a tratti li ho trovati un po’ noiosi ma mi hanno comunque portata ad uno stato di empatia totale con la loro autrice.

Al giardino ancora non l'ho detto (AL)Ora è uscito questo suo nuovo libro che racconta della terribile malattia che l’ha colpita ( la sla ) ed è considerato una sorta di congedo, di addio…e io sono qui che ancora non ho trovato il coraggio di iniziarlo perchè anche solo la vista del titolo ( che è bellissimo) mi fa stare male.

Non leggerlo sarebbe un tradimento nei confronti di chi ha avuto il coraggio di essere felice e la generosità di mettermi a conoscenza del segreto per farlo.

Pia Pera è come un’amica e con le amiche non si condividono solo le cose belle, ma affrontare l’assenza di speranza è una cosa che in questo momento non riesco a fare nel migliore dei modi.

Spero lo leggiate voi per me intanto e che mi diciate che dentro una speranza c’è comunque.sfrsrewrewfine aprile (9)fine aprile (5)fine aprile (4)A tirarmi su ci sono però tante piccole cose.

La mia cuochina che dopo esser stata “male come un cane” per una intera settimana è tornata a scuola piena di energie e voglia di fare.

Inutile dire che ancora non ho mandato giù la scelta scolastica di mia figlia ma vederla stendere la pasta e tirar fuori dal nulla un vassoio di tagliatelle che si sono rivelate perfette e buonissime, mi ha finalmente convinta che qualcosa di buono lo sta imparando.
E non è solo una questione di abilità manuale…si tratta piuttosto del poter constatare che è avvenuta in lei una maturazione lontanissima da quella che mi aspettavo io ( che i ragazzi li vorrei tutti con la testa sui libri) ma non per questo meno importante e prodigiosa.

Io davvero non ci potevo credere quando l’ho vista affaticata dalla stesura dell’impasto e concentratissima nel taglio, perchè mi è sembrato per la prima volta di vedere mia figlia per quello che realmente è.
Non più la mia proiezione di tutto ciò è stata da bambina e di quello che mi aspettavo diventasse, ma una ragazza abile e concreta con cui è bello passare il tempo e che sta imparando a fare cose che vorrei saper fare anche io, tanto da ritrovarmi improvvisamente uno scalino più sotto, piena di ammirazione e di orgoglio.

20160416_184840E’ un buon periodo questo con i miei figli.

So che i turbamenti dell’adolescenza sono lontani dall’essere terminati ma mi sono resa conto che spesso ero arrabbiata con loro e i consigli che davo erano carichi di rabbia, giudizi e rimprovero.
Tutta quella disapprovazione che tentavo di nascondere mi scappava fuori negli sguardi e nel tono delle parole.
Ho pensato molto a questa cosa e al fatto che non riuscivo a controllarla, fin quando mi sono resa conto che affrontavo i miei figli carica non solo delle mie aspettative ma di tutte quelle degli altri e vedevo il loro voler essere diversi come un affronto al mio ruolo di educatrice.
Che poi pensare a me come ad un’educatrice mi fa solo ridere !
Comunque mi sono fatta un bell’esame di coscienza ( praticamente la mia attività principale di questi tempi ) e ho pensato molto a quello che ero e che provavo quando avevo la loro età.
Sono così giunta ad una visone illuminante che mi ha tolto il peso di molte angosce ed ha avuto effetti immediati e positivi sui rapporti familiari.

Ho capito che i miei figli non sono un mio “prodotto” ma sono liberi di essere diversi da come mi aspetto e non devo vivere questa cosa come un affronto personale, ma come una risorsa e un incentivo ad affrontare la fatica di scoprirli e conoscerli per quello che sono.

Certo, tutto questo risulta molto più facile quando ci si trova di fronte al mare con uno Spritz e una serie di porcherie buonissime da far sparire 😉 !fine aprile (15)fine aprile (3)fine aprile (7)Tutto questo pensare non mi distoglie però dall’agire !

Ho interrato tutta una serie di bulbi e rizomi che daranno i loro frutti tra qualche mese e di cui controllo la crescita con una costanza quasi maniacale.

Sto portando avanti un maglione di alpaca con scollo a V  che misteriosamente è venuto di due taglie superiore alle aspettative e quindi mi sembra non finire mai, ma adoro questa sua inaspettata morbida abbondanza, quindi ho optato per portarlo a termine così come sta venendo anche se mi ci vorrà il doppio del tempo.

image_medium2 La grande novità è che mi sto per imbarcare nella realizzazione di una nuova coperta ( un’altra !).

Ho perso la testa per i mandala all’uncinetto e quando ho visto che venivano utilizzati come basi per delle coperte pazzesche ho deciso che assolutamente dovevo farne una.

tr DSC_0274_medium2 image_medium2 20151109_075802_medium2 2015-11-09_15.16.44_B_medium2 5th_Inning_Blues_medium2Ancora sto decidendo i colori e mi sto lentamente rassegnando all’idea di dover utilizzare il cotone ( che non amo per niente) in quanto dona un maggior risalto all’infinità di punti che compongono questi copriletti.

Ma non trovate che siano incredibilmente belli ?
(le foto le ho prese da Ravelry e qui, qui e qui ci sono i link dei pattern ).fine aprile (1)Vi lascio col mio barattolo di lucciole ecologico ( si tratta di  minuscoli led ad energia solare ) che mi ricorda “il paradiso” tante volte raccontato da mia madre che quando era piccolissima, come un Dio impietoso, catturava tante lucciole e dopo aver sputato per terra le spalmava con un sasso sul cemento del cortile, creando così un suo crudelissimo paradiso luminescente.

Buon fine settimana lungo !