“Puro e disposto a salire a le stelle”

Ci fu un tempo in cui le foto scarseggiavano.
Rinchiusa in casa, la sottoscritta, si soffermava scettica sul solito cesto della frutta, su qualche fiore striminzito, sull’ennesimo pane venuto storto e nemmeno si sforzava di togliere il tappo all’obbiettivo.

Poi son bastate quattro gitarelle per intasare la cartella ed io non trovo il tempo (e forse la voglia) nè di scrivere nè di raddrizzare gli orizzonti.

E’ stata un’estate bruttina.
Davvero troppo troppo calda per me.
Ho risentito del clima, delle condizioni sociali, delle inquietudini, del voler essere sereni senza riuscirci.

Non che queste cose mi abbiano tolto il buonumore, che è il mio inscalfibile tratto caratteristico, ma temo di esser diventata un poco meno loquace presa come sono dai tumulti del mio mondo interiore.
Questo con buona pace per le orecchie dei miei familiari.

Oltre che ad inseguire Dante, assurto ormai al ruolo di nostra anima guida, abbiamo passato del gran tempo a rimuginare su certi concetti assegnati dalla professoressa di italiano.
La felicità, il successo, la libertà…tutte cose che ci attraggono poco vista la loro lampante inconsistenza.
Ci siamo scoperti orientati soprattutto verso una fatica quotidana, verso obiettivi a breve termine che ci garantiscono gratificazione e consolazione allo stesso tempo.
Forse siamo poco ambiziosi ci siam detti.
O forse è solo che le nostre ambizioni sono così poco concrete da essere difficilmente condivisibili.

Deve essere che per me il concetto di successo è più un qualcosa che si trova nelle mani di chi a Ravenna, abbarbicato su un ponteggio precario, ha posizionato con infinita perizia un tassello dopo l’altro per regalarmi una visone spettacolare immutata nei secoli.

Quanto è bella Ravenna!
Un po’ troppo patinata forse ma le sue strade sono zeppe persone bellissime.

Noi a dire il vero ci siamo andati per visitare la mostra su Dante che però è stata una amarissima delusione, quindi poi ci siam dovuti tirar su con un bel percorso museale da affrontare col sole in fronte e quaranta gradi sotto le ascelle.

Non ne sono sicura ma credo ci siano solo Chiese a Ravenna.

Tutte assolutamente stupefacenti e ciascuna sembra messa lì apposta per ricordarmi come la fede abbia avuto un ruolo fondamentale per la storia e per l’uomo di ogni tempo.

Vi lascio con il mio personale successo estivo, frutto di un compromesso talpa-donna:

Buon rientro e a prestissimo!