le cose di casa

Vabbè, innanzitutto mi scuso per la pessima qualità della maggior parte delle foto a seguire che sono quelle che facciamo al volo coi cellulari e che ci scambiamo nel gruppo di famiglia su whatsapp per sapere dove siamo e cosa facciamo quando non siamo insieme, cioè praticamente tutto il giorno.

(Però se leggete il post sul telefono invece che al pc vi assicuro che risultano oggettivamente molto meglio)

Fin quando ho avuto un mobile del salotto e una reflex più leggera appoggiata sopra, a portata di mano, mi son sempre presa la briga di usarla anche per le foto domestiche.

Adoravo allestire piccoli set per fotografare la torta appena sfornata, o le verdure raccolte nell’orto.

Poi sono passata ad una macchina più grande che tengo dentro ad un’antina a prova di gatto (mentre il cellulare ce l’ho sempre in tasca) ed è lì che la mia mia rubrica “le cose di casa” è andata completamente a scatafascio.

Questo è stato assolutamente l’anno del pomodoro, che ormai ci esce dagli occhi e che non essendo io un’appassionata produttrice di passata, vedrò nei prossimi anni di ridurre drasticamente.
Sei piante sono decisamente troppe, quattro saranno sufficienti.
(Giano, varietà di SanMarzano gigante eletto miglior pomodoro in assoluto!)

Ma il cuore quest’anno me lo hanno rubato piselli e fagiolini che non avevo mai piantato perchè non mi ritenevo all’altezza delle cure e invece mi hanno piacevolmente sorpresa cavandosela in gran parte da soli e regalandomi un prodotto di straordinaria bontà, tanto che ne ho già programmata una super coltivazione per la prossima stagione.

Certo che il caldo è stato pazzesco e l’irrigazione mi ha dato non pochi problemi.
Il Capo, impietosito dalle mie condizioni psicofisiche, mi ha proposto più volte di metter su un impiantino a goccia ma io sono così antica che preferisco sputare lacrime e sangue da dentro un nugolo di zanzare che arrendermi alla modernità e all’automatismo.

Ora son rimaste giusto le zucche e delle patate dolci che ho piantato per la figlia vegetariana ma di cui non so assolutamente nulla se non che non hanno bisogno di me.

Di impegnarmi in coltivazioni invernali invece ancora non me la sento (oltre che in generale non amo cavoli, broccoli e compagnia bella) ma da qualche giorno mi sta rifrullando nella testa l’idea di metter su un bel pollaio.

Complice questo libro bellissimo

improvvisamente mi sento aperta a questa impresa che rimando ormai da anni.

Già da tempo mi sono iscritta a gruppi di allevamento, dove le persone postano le loro esperienze coi pennuti e confesso che a frenarmi è stata proprio l’immane quantità di malattie e disgrazie che cadono tra capo e collo su queste creature.

Ma all’alba di questi miei cinquant’anni credo di essere abbastanza matura per affrontare un ignoto dalle dimensioni in fondo così ridotte e controllate.

Immagino che passeremo i prossimi mesi a scegliere e studiare il tipo di pollaio più adatto alle nostre esigenze…e a convincere Attilio che in fondo non è così male farsi svegliare dal canto del gallo!

Il fatto che io ora sia qui con addosso un bel maglioncino mi proietta totalmente nell’autunno imminente e tanto atteso.

Riguardo le foto e mi sembrano passati secoli da quando i pompieri sfrecciavano giù per la via e spegnevano un principio di incendio dovuto alla caduta di un palo della luce nel seccume estivo.

Meno lontane sono invece le sedute dal veterinario per la nostra povera sdentata che combatte debolmente contro questa maledetta stomatite ed è suo malgrado diventata la regina di casa, visto che la principale preoccupazione di tutti è accertarsi che abbia mangiato a sufficienza.

La sdentata, il cui vero nome è Nala, è diventata la mia ombra.
Passa gran parte della sua esistenza ad orbitarmi intorno, mendicando cibo e coccole.

Se prima dell’intervento di asportazione dei denti non ci aveva mai dato alcuna preoccupazione, essendo una gatta totalmente indipendente e silenziosa, ora la sua presenza è costante e talvolta asfissiante.

Ovviamente il senso di colpa mi sottomette completamente alle sue esigenze, quindi potete trovarmi di prima mattina china sull’asse mentre macino a coltello del pollo che mescolo con una cucchiaiata di tonno per la prima colazione della mia regina.

Pur essendo stata un’estate torrida devo dire che abbiamo avuto una abbondanza di fioriture.
Oltre alle splendide Dalie che ho piantato in notevole quantità, quasi tutti i semini sparsi per vasi e giardino hanno dato dei risultati insperati.

E’ bastata una certa costanza nelle annaffiature e tutto è filato liscio.

Penso che la parola chiave in questa fase della mia vita sia proprio questa costanza.
L’ho inseguita così a lungo che quasi mi sembra incredibile l’averla finalmente acciuffata.
Forse ancora non l’ho fatta proprio mia ma la sento che mi gira intorno e mi addomestica, rendendomi molto più facile l’approccio alle questioni pratiche con cui ho da sempre un rapporto complesso.

E poi però, fuori di casa è stata anche un’estate di concerti, eventi e letture e un sacco di belle emozioni che mi ritemprano e mettono in moto il cuore e la testa.

Insomma, anche quest’anno siamo arrivati mediamente carichi all’autunno.
La scuola è ripresa senza intoppi e senza mascherine.
La figlia grande sembra cavarsela bene nella sua nuova casa, tanto che ha già adottato un micino meraviglioso di cui siamo tutti perdutamente innamorati.
Il Capo ha iniziato a frequentare un Bocciodromo.
Io, come al solito, ho per le mani tutta una serie di progetti e progettini che dimentico di fotografare e postare ma che in sordina mi danno grandissime soddisfazioni.

Per me il nuovo anno comincia adesso
e sono incredibilmente pronta.

A presto
(con foto decenti mi auguro 😉 )

cesena

Credevo che quella dello scorso anno fosse stata l’estate più calda e triste della mia vita.
Sbagliavo.
Questa estate ci cuoce, ci scioglie i pensieri e i sentimenti, svuotandoci di tutto il buono che avevamo strappato alla primavera.
Le faccende del mio micromondo mi assorbono totalmente e faccio fatica a parlare con la me serena ed equilibrata che fino ad un paio di mesi fa si vantava di avere in tasca il segreto della felicità.
Ogni giorno mi viene in mente la frase di un poster che dice
“Sono in un periodo della vita che spero sia un periodo ma invece è la vita”…
mi fa sempre sorridere ma sono abbastanza determinata a far sì che sia davvero solo un periodo.

Mio padre è morto,
impreparato e impaurito, come è stato tutta la vita.
Ha potuto guardare la morte avvicinarsi piano e fingere di essere pronto.
Di lui mi restano ben poche cose.
L’immagine di uno sconosciuto nella sua bara e la certezza assoluta di non volergli assomigliare.
E’ stranissimo pensare al fatto che non lo sentirò più dopo anni di telefonate fiume.
Immagino che questo silenzio mi porterà ad un processo di riabilitazione della figura paterna, esattamente come è successo con mia madre dopo la sua morte e questo mi garantirà il giusto distacco dalle faccende familiari e un bel ricordo edulcorato di entrambi.

Ma non ci sono solo sofferenze e lutti, questa è anche un’estate di figlie innamorate che lasciano casa ed iniziano una nuova vita al quinto piano di un palazzo del centro.
E quasi fa rumore quell’entusiasmo che avvolge i cartoni e le valigie, le foto del primo pranzo e i ritmi tutti nuovi che ci si sono appiccicati addosso e dentro cui camminiamo svelti per non fare caso ai vuoti.
Ma quanto è bello essere giovani e avere ancora tutte le scelte da fare e il coraggio per farle?!

Io, di mio, sono ormai così proiettata verso gli infiniti spazi che ho dentro da avere un po’ perso i contatti con le faccende pratiche dell’esistenza.
Scelgo, faccio e brigo ma sempre col pilota automatico inserito.
Non ho più quell’attenzione data dall’inesperienza e dalla voglia di imparare e temo sia anche per via di questa età che non mi sento ma che mi padroneggia.
Butto dentro tantissime cose, le rimugino, le macino e non so se un giorno riuscirò a trarne qualcosa di utile ma per adesso è l’unica attività che mi rende serena quindi proseguo senza troppe domande.

E’ anche un’estate di lavori dentro casa, di polvere ovunque e baccano.
Un ripetersi ossessivo di “ma chi ce lo ha fatto fare” e l’attesa impaziente di trovare il motivo nella soddisfacente conclusione del tutto che però ancora deve arrivare.
Per ora solo confusione, sporco e l’eco di tutte le bestemmie che tira il muratore.
E non c’è mondo interiore che mi salvi da tutto questo.

E grazie al cielo è un’estate di concerti ed eventi che non ha precedenti qui da noi.
Pesaro, capitale della cultura 2024, ha sfornato un programma di tutto rispetto quest’anno tanto che la nostra stima verso l’amministrazione comunale è decisamente risalita.
Mi sento abbastanza in colpa per questa mia tendenza ad ignorare la nuova ondata di Covid ma dopo averlo avuto (nonostante vaccini, precauzioni e compagnia bella) ho un po’ tirato i remi in barca e mi sono buttata a capofitto negli assembramenti perchè avevo proprio bisogno di guardare la gente e ricordarmi di come siamo diversi e bellissimi.
Avevo fame di condivisione, di applausi e confusione e anche se abbiamo dovuto ricomprare i tamponi credo che non tornerò più ad avere paura.

Nelle foto che ho scelto potete ammirare Cesena, dove abbiamo fatto una gita praticamente un secolo fa.
Non ci aspettavamo molto ad essere sinceri, invece abbiamo trovato un sacco di cose interessanti.
Un centro storico curato e animato nonostante facesse già caldo.
Guide turistiche appassionate e preparate.
Libri antichissimi pieni di meraviglie e chiese mozzafiato.
Così anche questa volta siamo rientrati felici e consapevoli del fatto che statisticamente tutte le città italiane, anche quelle che sembrano aver poco da offrire, nascondono dei tesori che meritano sempre la fatica del viaggio.

Insomma, ce la caveremmo meglio senza questo caldo dannato ma cerchiamo di tenere alto lo spirito.

Non vi racconterò della talpa catturata nell’orto e liberata lontanissimo e nemmeno di tutto il sangue che sto donando alle zanzare. Non vi dirò neppure di quanto sono buoni i miei fagiolini e i primi pomodori o di quante piante sento bisogno di avere l’anno prossimo.
Mi taccio perchè ho intenzione di scrivere uno di quei noiosissimi post sulle “cose di casa” quindi preparo il materiale e cerco di ripassare di qua.

Buona estate