talvolta non è sufficiente aver per casa un supereroe munito di spada laser.
e nemmeno lo sguardo paranormale del gatto della strega basta.
ci son giorni in cui il disastro ti attende dietro l’angolo e tu non puoi fare altro che andargli incontro, pura ed ignara come non mai.
perchè io quando sono un po’ giù di morale tendo ad aumentare la produzione di dolci e come se ciò non bastasse, mi faccio prendere da inarrivabili aspirazioni, viaggiando sui blog più in voga al momento.
detto-fatto.
lei è Linda Lomelino.
una divinità.
i suoi dolci sono fatti soprattutto per gli occhi e buona parte del suo successo è dovuta anche al suo incredibile talento di food photographer.
il suo blog si chiama call me cupcake ed è una raccolta di piccoli capolavori culinari e fotografici.
ma i suoi cupcakes sono davvero perfetti !
che razza di consistenza non deve avere quella cremina per essere così definita nella forma ma così soda da reggere la fragola con tanta nonchalance?!!
bè, di sicuro non la stessa che aveva la mia.
la mia che non usciva da quel maledetto sac a poche nemmeno dopo aver raccolto su di me tutte le energie del cosmo.
nemmeno dopo aver invocato i santi più influenti del paradiso.
nemmeno dopo aver tentato in modi leciti e illeciti di ammorbidirla.
la mia che probabilmente conteneva tracce di nitroglicerina perchè ad un certo punto sono esplose lei, la sacca e tutto ciò che la circondava nel raggio di due metri.
non sto a dirvi quanto possa essere complesso pulire miliardi di microgocce di burro e zucchero spalmate ovunque, ma non pensiate che io mi sia scoraggiata…ho raccolto su quel che si poteva salvare e l’ho spalmato alla bell’e meglio sui miei cupcakes che in fondo di sapore non erano neanche malaccio…un po’ di photoshop e via per una nuova avventura !
lei è giuliana del blog di cuore.
il suo grande merito è di aver rilanciato il fornetto versilia che è una pentola in alluminio che sostituisce il forno e garantisce una particolare cottura delle torte, con una lievitazione senza pari e un ridotto consumo di gas.
le sue torte sono altissime, gonfie e morbide.
io che a ciambelloni non me la cavo male ho pensato che fosse il momento della svolta.
del salto di qualità.
“a me una pentola fornetto” mi son detta !
e insomma mi si è spezzato il cuore ( per non parlare dell’orgoglio) quando ho tolto il coperchio dopo aver seguito alla lettera le istruzioni di cottura e la torta non solo non aveva raggiunto le vette sperate ma presentava un consistente strato di carbone nella parte inferiore e centrale.
fortunatamente il bruciato era così netto e compatto che è venuto via in un baleno e la torta pur essendo fotograficamente una ciofeca, di sapore e consistenza era ottima.
e insomma non è facile tirarsi su in cucina ultimamente.
per fortuna con la maglia vado meglio e oltre ad aver prodotto una serie di marcapunti e spille di fimo che mi rallegrano il cuore ogni volta che prendo la mia knitting bag,
ad aver quasi finito il mio maglione azzeccando miracolosamente le dimensioni,
ho finalmente conquistato il mio angolo della lana dentro casa e ora ho un bellissimo mobile portagomitoli e attrezzature ( semi vuoto sob) che profuma di lavanda e che utilizzo praticamente come sostituto della televisione e del camino.
ovviamente il mio vero obiettivo è avere una cosina tipo questa di Stephen West, ma faccio un passo alla volta !