il fatto che io sia un animale estremamente domestico credo traspaia in ogni mio post.
dentro il perimetro della nostra casa stanno tutte le mie passioni, i miei doveri, le mie gioie e i miei turbamenti.
non c’è noia dentro casa mia e nemmeno stress.
dunque il posto migliore dove stare, questo è certo, ma soprattutto, per quel che mi riguarda, dove TORNARE.
e questo implica necessariamente il doverla lasciare per recarsi altrove, a fare altre cose che mi piacciono e che mi regalano entusiasmi, emozioni e colori che da sempre riempiono la mia vita.
i miei figli ultimamente durante il week end vogliono solo stare a casa.
accampano scuse da sessantenni, robe del tipo “sto fuori tutti i giorni della settimana almeno il sabato e la domenica voglio godermi casa mia!”.
cose che giammai avrei pensato potessero uscire dalle bocche che io stessa ho generato.
e se prima dovevo lottare solo con il piccolo, quest’anno, complice un ingresso a passi pesanti nell’adolescenza, l’osso duro è diventata mia figlia.
mia figlia, che per sua sfortuna ha ereditato il gene del cattivo carattere appartenente da sempre al ramo femminile della mia famiglia, ci segue recalcitrante e sbrontola senza sosta davanti ad ogni nostro accenno di entusiamo.
una volta partita per la tangente del malumore recuperarla è difficilissimo.
fortunatamente conosciamo il suo punto debole e il ristorante cerchiamo di giocarcelo come ultima carta.
epperò non posso non interrogarmi su questo cambiamento radicale, che suona più come un atto di ribellione che come una vera e propria esigenza.
quanti altri malumori dovrò fronteggiare da qui ai prossimi dieci anni ?!
e soprattutto, saranno sempre così poco creativi e puzzeranno di dispetto allo stato puro o subiranno un’evoluzione capace di trasformarli in qualcosa di stimolante anche per chi li deve subire ?
io lo spero di cuore perchè altrimenti non sono sicura di farcela.
a smaltire il nervoso mi aiuta tra le altre cose la sindrome della lanista che si è ormai totalmente impossessata di me.
e se terminare il maglione perfetto ha innalzato l’astina del mio orgoglio sino a livelli sconosciuti, non vi dico l’effetto che sta avendo l’aver finalmente carpito il magico segreto del gioco di ferri.
pensavo fosse una missione impossibile invece il mio calzino cresce che è una meraviglia e credo anche di averne compreso la costruzione e la struttura, tanto che saprei farne uno persino senza schema.