le cose di casa

Ho un sacco di foto di gite e musei e bellissimi scorci e mi sono resa conto che ultimamente la macchina fotografica la estraggo dal suo tabernacolo solo se esco di casa.

Ma in casa cosa accade?

Niente di speciale a dire il vero.

La figlia grande sta facendo un temporaneo doppio lavoro, quindi esce all’alba e torna abbondantemente dopo il tramonto, stanca e affamata come mai prima.

Il figlio minore invece, appena ripresa la scuola, è tornato a murarsi nel suo antro di studioso al quale mi affaccio di tanto in tanto per parlar del sommo poeta o per misurare i parametri vitali e la tensione emotiva.

L’orto è in dismissione ma trovo sempre una scusa buona (troppo caldo, troppo bagnato, troppo secco) per rimandare il terribile momento della vanga.

E’ stata un’annata difficile per la me contadina.
Non ho mai trovato il coraggio di eliminare la talpa (a cui ho fatalmente ho pure dato il nome Enrico…e si sa che quando dai il nome a qualcosa ti ci affezioni) quindi mi sono adattata ad una convivenza difficile ma allo stesso tempo piena di sorprese.
Il raccolto non è stato abbondante come avrebbe dovuto ma ce lo siamo fatti bastare.

Restano in campo parecchie zucche ancora non del tutto mature e qualche fragola tardiva.

Ho riposto nella serra le piante grasse più delicate perchè la notte fa fresco ma questo settembre è così estivo che il giardino è ancora allegramente in fiore e pieno zeppo di insetti e farfalle.

Il Grande Capo ha eroicamente stoccato nella capanna la nostra usuale scorta di legna per l’inverno che ogni anno deve essere trasportata dalla parte anteriore della casa a quella posteriore, con ampio dispendio di energie e sudore.

“Come faremo quando saremo vecchi?” è la domanda che aleggia sempre nell’aria di fronte a cotanta fatica, ma noi la ignoriamo bellamente perchè siamo del partito del chi vivrà vedrà.

I gatti hanno finalmente ripreso a frequentare la casa e rinnegando senza pudore gli estivi cacciatori che sono stati, tornano in cerca di carezze e posti sicuri dove dormire il sonno dei giusti.


Dalle le mie mani, oltre alle coccole, passano e sono passati tantissimi fili e colori.

Continuo a macinare mattonelle che un bel giorno si trasformeranno in una Battenberg coperta matrimoniale.

Quando arriverà quel giorno (col suo immane carico di cuciture) non è dato saperlo.

Dopo aver incorniciato i miei ultimi lavori a punto croce sono quasi pronta per iniziare un nuovo quadro.

Mi sono innamorata di almeno una decina di schemi ma alla fine ne ho scelto un altro di James Christensen che si conferma il mio artista contemporaneo preferito.

Il dipinto è questo qui sotto.
Si intitola The listener ed è quello su cui ho bisogno di concentrarmi per il prossimo anno e mezzo di crocette.

Non è splendido?

Nell’attesa che giunga il momento migliore per iniziare (e anche il pacchetto con i materiali) ho messo mano ad un quadretto semplice semplice, che richiede una concentrazione davvero minima ma che mi piace molto, nonostante il risultato finale risulti un po’ inquietante.

Forse a voi sembrerà solo una mucchia di micetti innocenti ma a me ricorda molto la copertina di “Nel bosco di Aus” un libro di paura (bellissimo e indimenticabile) letto molti anni fa ma che ha lasciato una traccia indelebile nella mia mente debole e impressionabile

Sui ferri trionfa un maglione senza pretese, fatto con della lana avanzata e uno schema standard usato già diverse volte.

E’ nero.
Come quasi ogni mio maglione.

Adoro quelle matasse artigianali dai colori sgargianti che spuntano in vendita dentro ogni mio social.
Tentano di rifilarmele ovunque e io son sempre lì lì per farmi convincere, ma la dura realtà è che vesto solo di nero (talvolta blu o viola scurissimi) quindi è inutile investire tempo e soldi in qualcosa bello solo da fotografare.

Fondamentalmente punto al poco fotogenico ma indossabile.

Fare la maglia mi ha sempre creato problemi di catalessi.

Penso sia per questo che vado molto a rilento rispetto alle grandi knitter americane, che sfornano capi su capi nonostante abbiano pargoli, orti e vite molto più intense della mia.

Ho una sorta di timore nell’azzardare l’avvenuta risoluzione del mio problema ma devo ammettere che da quando ho scoperto l’esistenza di Ménéstrandise Audiolibri la mia vita è cambiata.

Ascolto audiolibri da tempo immemore ma mai prima d’ora avevo trovato una voce totalmente affine al mio sentire.
Edoardo Componeschi è la voce che si fa strumento e legge al posto mio nel migliore dei modi possibile.

La sua pagina di Youtube è ricchissima di titoli tra cui scegliere in modo totalmente gratuito e non posso che consigliarvela spassionatamente.

Non è una cosa meravigliosa avere sempre qualcuno che ci intrattiene mentre lavoriamo a qualcosa di manuale?!

Buon lavoro e buon ascolto.

A presto


il libro sul comodino: elogio dell’audiobook

audiolibro-mon-amour_graficasapevo sin dall’inizio che non avrei avuto la costanza necessaria per gestire una rubrica settimanale.

sì, l’idea era accattivante e io mi sono lasciata subito prendere dall’entusiasmo dell’appuntamento fisso, ma poi tra una cosa e un’altra finisce sempre che rimando la stesura del post e intanto i libri mi si accavallano creandomi un blocco da selezione che si trascina fiacco giustificando ulteriori posticipi.

e quindi niente...il libro sul comodino non sparisce ma diventa una rubrica incostante e inaffidabile, tanto quanto la persona che se ne occupa.

120611010642-AEDA_giugno_mese_audiolibroin questi ultimi due mesi ho letto molti bei libri e molti altri son pronti ad uscire dalla lista d’attesa, ma non è di un titolo in particolare che voglio parlare oggi.

oggi vi voglio parlare di una categoria.

da lettrice fanatica e intransigente quale sono sempre stata, io gli audiolibri li ho sempre disprezzati.

avendo la puzza intellettualistica sotto il naso, li consideravo roba per signore pigre e ignoranti che pur di vantare dei best seller nel curriculum si sprecavano a dedicare qualche attimo all’ascolto.

maxresdefaultun primo dubbio sulla validità dei miei pregiudizi mi era venuto già nel lontano ‘novantasette, quando a Radio Rai Baricco lesse Furore di Steinbeck.
per me, che lo ascoltavo nel buio e nella solitudine, fu un’esperienza mistica che ancora ricordo con piacere.
ma lì si trattava di una diretta e la lettura aveva un sapore tutto particolare che ho non mai più ritrovato.

81QyWuAhWUL71sIWUltkvLora però che sono grande e che mi son tolta di dosso un sacco di pregiudizi stupidi, di questi famigerati audiolibri sono diventata una grande fan.

avendo decisamente meno tempo per leggere mi vedo costretta a scegliere bene i testi a cui dedicarmi anima e cuore e così finisco col perdermi un sacco di altri libri che mi incuriosiscono ma che per questioni pratiche finiscono in seconda linea nella famosa lista d’attesa.

il-ballo_794839dickinson_mezzogiorno_emons-752x510o meglio, così era fino a quando non mi sono decisa ad alzare il volume del mio lettore mp3.

già perchè la musica e la radio mi piacciono tantissimo ma spesso ho bisogno di qualcosa che mi scaldi i pensieri e così ho preso questa sana abitudine di ascoltare persone famose che leggono per me.

posso farlo mentre cucino, mentre sbrigo le faccende e soprattutto la sera, quando tutti sono andati a letto e io mi attardo sul divano a fare la maglia.

inutile dire che l’atmosfera che si crea è magica.

land-rover-emons-audiolibri-insieme-per-la-cultura-ogni-strada-ha-una-storia-da-raccontare-lr_immagine_ragazza-con-orecchino-di-perlai titoli a disposizione sono tantissimi.
il costo è più o meno quello di un libro cartaceo ed esistono sia le versioni mp3, che si scaricano da internet, che quelle su cd che si comprano in libreria.
ovviamente molto si trova anche gratuitamente ma si tratta per lo più dei grandi classici che non sempre si rivelano il sottofondo migliore per i lavoretti della sera ;).

questo post è dedicato a FrancaRita che vorrebbe leggere di più ma anche continuare a fare le mille cose che fa, ringraziandola di cuore per tutte le cose belle che mi insegna.

buone letture e buon ascolto !