E’ ufficialmente iniziato il periodo delle gite nel bosco!
Anzi, a giudicare dai colori delle foto quest’anno siamo un po’ in anticipo rispetto al variare cromatico delle chiome degli alberi.
Per gli scatti con tanto rosso e giallo si dovranno attendere giornate decisamente più fredde.
Questa prima è stata una praticamente una gita di massa, quindi la speranza di cogliere qualche presenza animale non l’ho nemmeno avuta.
Persino di funghi se ne son visti pochini.
Ma mi piace molto il prendere confidenza con un ambiente che fino a qualche anno fa consideravo ostile e inaccessibile.
Purtroppo la massiccia presenza di fango ci ha costretti a tenere gli occhi ben incollati nei paraggi dei piedi e tempo per la contemplazione ne è avanzato poco ma questo non fa che aumentare la mia voglia di tornarci presto.
( temo che i miei figli avranno qualcosa da ridire su queste mie affermazioni, visto che hanno giurato e spergiurato che la prossima volta si troveranno qualcosa di più pigro da fare !)
Molto più entusiasmo ha suscitato la caciara in cui ci siamo buttati a Rimini, dove si è svolto un festival degli artisti di strada dal nome suggestivo “La catena di Zampanò”.
( Che a dirla tutta, io, Fellini, per quanto ci abbia provato, non lo riesco proprio a mandar giù e La strada è l’unico suo film che ho amato grazie a quello straordinario personaggio che è Gelsomina )
Rimini resta in assoluto la nostra città preferita della riviera ( ovviamente solo durante la bassa stagione 😉 ), coi suoi bei negozi e le piazze piene di gente che sembra essere stranamente felice.
E incredibile la quantità di persone che si sono radunate attorno gli artisti e non posso nemmeno ignorare il fatto che hanno mostrato un entusiasmo e una partecipazione fuori dal comune.
Scoprire che al di là dei media e dei social esiste un mondo bello, fatto di belle persone è una delle cose di cui ho più bisogno in questo momento.
Io di osservare gli altri non mi stanco mai e la mia perseveranza viene premiata spessissimo con tutto il buono che certi sorrisi possono regalare.
Va detto che qualche bel momento lo regalo anche io talvolta… ad esempio quando mi sciroppo due ore e mezza di attesa in un centro commerciale scalucchio e noioso perchè mia figlia possa farsi firmare il brutto disco di uno che si atteggia a divino pur avendo ancora un bel pezzo di strada da fare.
Eppure tutto quest’astio che mi era maturato dentro mentre il ritardo aumentava, se n’è andato a ramengo non appena il Briga è salito sul palco cantando e strappandoci letteralmente di mano un applauso sentitissimo.
Niente, ancora devo lavorare sodo sul mio lato duro, critico e contestatore 😉 !
Magari in un’altra vita !
♥