il libro sul comodino: “Abitare la battaglia. Storia di Giuseppe Verdi” di Gabriele Baldini

urlil libro sul comodino di oggi non l’ho letto neppure io e a dire il vero non sta nemmeno sul comodino, visto che non riesco a trovarlo da nessuna parte, ma è un libro che vorrei leggere al più presto perchè la vita di quest’uomo straordinario mi ha folgorata ieri sera, allo spettacolo di fine anno della scuola elementare.

Leggete-le-lettere-di-Giuseppe-Verdi-se-cercate-sorprese_h_partbdi lirica ovviamente non ne capisco nulla, così come in generale della musica classica, ma certe arie mi emozionano e mi esaltano perchè fanno parte di un bagaglio di ricordi d’infanzia, legati alla mia maestra e alla sua passione per la musica.

Giuseppe-Verdi-570x350epperò della biografia dei compositori non trovo alcuna traccia nella mia memoria, tanto che di Giuseppe Verdi davvero mi son resa conto di non sapere nulla.

GiuseppeVerdifiglio di un’oste-contadino e di una filatrice, Giuseppe, che di secondo nome faceva Fortunino, potè studiare grazie ad una straordinaria propensione all’apprendimento che gli garantì la protezione di alcuni benefattori.

trasferitosi a Milano si sposò giovanissimo ed iniziò la sua carriera, non senza travagli e sofferenze.

dopo i primi successi gli venne commissionata un’opera comica che fu un clamoroso fiasco poichè Verdi era devastato dal dolore per la morte della moglie e delle due figlie e non riuscì a trovare nulla di comico dentro di sè.

deciso ad abbandonare la carriera venne fermato dal destino che lo spinse a scrivere il Nabucco e da lì il suo successo divenne clamoroso.

Verdi_bussetonon vi starò a tediare con tutta la storia della sua carriera ma mi limiterò a raccontarvi due episodi che mi hanno colpita tantissimo e che hanno alimentato il mio interesse maniacale.

Sant'Agata_01attorno alla metà dell’Ottocento, quando la sua carriera era all’apice e gli aveva garantito fama e denaro, acquistò questa villa di campagna vicino a Piacenza e con la sua nuova moglie si mise a fare il contadino.

ma non il contadino come me, che pianto i pomodori nel vaso perchè la terra vera è troppo dura !

1451702-verdi2dai suoi carteggi di quel periodo, emerge la figura di un esperto di allevamento di cavalli, di irrigazione dei campi, di enologia.
addirittura un precursore, visto che fu tra i primi a coltivare i cachi.
il suo amore per la campagna divenne quasi maniacale e segnò per sempre la sua vita.

e io, a questi uomini che rivoluzionano la loro esistenza in modo così radicale, non so resistere!

altro episodio, che dà un’idea di quanto rispetto e amore circondasse a quei tempi i grandi uomini, riguarda la sua morte.

Verdi_Top_Hatcolto da malore, in un albergo di Milano dove trascorreva l’inverno, visse sei giorni di lunga agonia, durante i quali, le strade circostanti vennero cosparse di paglia perchè il rumore delle carrozze e dei cavalli non disturbasse il suo riposo.

ecco, io questa cosa qui la trovo bellissima.
ma di un bello che mi stringe il cuore e allo stesso tempo mi fa stare bene.

buon fine settimana

5 thoughts on “il libro sul comodino: “Abitare la battaglia. Storia di Giuseppe Verdi” di Gabriele Baldini

  1. Ti aggiungo una curiosità sulla sua morte: lasciò detto che al suo funerale non voleva musica, perché la musica “non era una cosa seria”.
    Lì per lì sembra un bacchettone, e invece se ci pensi era uno che aveva capito il succo della questione. Infatti le sue opere erano grandi spettacoli, non musica per l’anima.
    Ho amato molto alcune sue opere, spesso me le trovo in testa così per caso. Spuntano dal nulla e mi fanno compagnia per ore.

  2. …ho sempre trovato lo sguardo di Giuseppe Verdi molto malinconico…in ogni ritratto, che fosse a colori o in bianco e nero, i suoi occhi mi sembravano persi in un luogo lontano…ma nella penultima foto di questo post i suoi occhi brillano di una luce particolare…sembra quasi commosso…nemmeno io so molto della sua vita, se non quello che si può imparare da biografie un po’ sommarie ed essenziali…e come mi capita leggendo i libri, ho preso note e appunti che poi approfondirò…perchè se si arriva a spargere paglia per proteggere il riposo di qualcuno che creava opere ma amava il lavoro della terra, vorrà pur dire qualcosa, no? Un abbraccio e grazie, perchè l’appuntamento con “il libro sul comodino” mi piace proprio tanto!!!

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