Fase due, quasi tre

L’avvento della seconda fase ci trova abbastanza impreparati devo ammettere.

Siamo così addomesticati e storditi dagli eventi che a stento troviamo lo slancio per ribellarci a qualcosa.

Al supermercato dove vado abitualmente hanno sostituito i guanti della frutta con dei sacchettini minuscoli che portano stampigliata sopra la parola GUANTO.
Una volta infilati impediscono qualsiasi movimento delle dita e di conseguenza annullano la funzione prensile della mano.
Del resto è difficile usare una mano chiusa in un sacchetto di plastica ma pare che tutti si siano messi d’accordo per chiamarli guanti e fingere che lo siano.
Chi sono io per contraddirli o lamentarmi?!
Nessuno, quindi metto su il mio bel guanto senza dita e faccio quello che devo fare, impiegandoci come minimo il triplo del tempo e maturando un certo disagio.

Ecco, direi che questa è un po’ la sintesi di come affrontiamo tutta la situazione.

Rassegnazione, adattamento, sopportazione e sottomissione.

Viviamo una vita che non è più la nostra ma fingiamo pazientemente che lo sia.

Mi sembra ormai di attraversare anche una quarantena del cuore.

Non ci si può lasciar andare a nessun sentimento estremo perchè il rischio che si corre è di infrangere questo equilibrio traballante in cui siamo calati da troppo tempo.

No alla tristezza, no allo sconforto, no pure all’allegria che risulta essere inadatta e inopportuna.

Ho pensato così tanto alla morte in questo periodo che mi sento invecchiata di un decennio.

Deve essere per tutto questo che in fondo sto bene solo a casa e dintorni.

E guardate che razza di dintorni! 😉

Maggio ci sta regalando delle giornate caldissime (non sono sicura che sia una cosa positiva a livello generale ma faccio finta di niente per il solito quieto vivere) e oltre alle passeggiate rigeneranti mi dedico alla semina, ai trapianti e agli impianti, sudando copiosamente ogni giorno.

Nella mia serretta il rigoglio delle fronde è al suo massimo splendore e le rane si moltiplicano per la gioia della locandiera.

Ho un sacco di cose che mi riempiono gli occhi e le giornate di bellezza e lavoro sodo su me stessa per essere un po’ meglio ogni giorno che passa.

Di tutte queste meraviglie che mi porto dentro non so cosa resterà quando non ci sarò più e questa è una delle questioni su cui mi arrovello in questo periodo.

Ovviamente non ho trovato ancora nessuna risposta ma il cercare è ciò che mi dà più soddisfazioni.

A presto

6 thoughts on “Fase due, quasi tre

  1. Che belle foto, che bei campi di papaveri :-).

    Anche qui siamo in qualche fase, dicono la 1 ma non ci si capisce niente, cosa si può fare, come si può farlo, dove e in che orario. Io mi dedico ai miei passatempo che per fortuna posso farli in casa. Esco soprattutto per fare un po’ di bicicletta e la spesa.

    Anche qui hanno sostituito i guanti con dei sacchetti che ti obbligano a mettere all’entrata del supermercato, la parte più difficile è farli rimanere sulle mani, guidare il carrello è un’impresa, quando posso scelgo un altro supermercato.

    Scrivi più spesso sul blog e non pensare troppo alla morte, non fa bene.
    Un abbraccio.

    1. Ciao Oriana !

      Ho visto che anche da te c’è una bella confusione.

      Io devo dire che sono talmente sconvolta dalla morte di così tante persone, alcune delle quali molto vicine, che non ho proprio la forza di pensare cosa sia giusto e cosa sbagliato.
      Pensavo di poter dire che era tutta un’esagerazione ma poi nel mio quartiere son morte quindici persone nel giro di una settimana e a quel punto non c’è più stato verso di ragionare. Abbiamo avuto paura e basta.

      Ora le cose sembrano andare meglio ma la paura non passa.

      Fossi più giovane ( e sana ) mi sentirei invincibile ma devo fare i conti con quello che sono diventata e non è facilissimo.

      Anche se non riesco a commentare ( perchè ti leggo dal telefono che al computer ci son sempre gli studenti) ti leggo sempre.

      Un abbraccio grande

  2. Le tue foto sono sempre una gioia per gli occhi. Condivido che la quarantena in luoghi simili fa desiderare di tagliare i ponti con la cosiddetta ‘civiltà’ per sempre. Anche a me genera un certo fastidio entrare nei supermercati, peggio ancora nei negozi non alimentari. Ieri sono andata in un magazzino di scarpe/abbigliamento dopo 2 mesi, ma ne sono uscita triste e frustrata. Naturalmente non ho comprato niente. Hai tanta bellezza intorno a te per curarti l’anima. Un abbraccio

    1. Ciao Paola !
      La bellezza a guardar bene è un po’ dappertutto ed è davvero una buona medicina.
      Spero che anche tu la stia trovando intorno a te.
      Un abbraccio

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